Mancano due settimane esatte alla consultazione sui cinque referendum sulla Giustizia. Domenica 12 giugno si voterà dalle ore 7 alle ore 23, in coincidenza con le elezioni amministrative (Palermo, Genova, L’Aquila e Catanzaro i capoluoghi di regione coinvolti). I quesiti riguardano: la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati, i limiti alla custodia cautelare e l’abrogazione della legge Severino. Tuttavia, come sempre accade in Italia in occasione dei referendum abrogativi, per far sì che il risultato popolare risulti valido, dovranno superare la soglia della maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Si raggiungerà il “famoso” quorum?
A guardare l’andamento dei referendum abrogativi che si sono tenuti negli ultimi 28 anni l’ipotesi non sembrerebbe così ottimistica. Dopo la primavera del 1995, infatti, i cittadini italiani sono stati chiamati alle urne in otto circostanze. Solamente in una di queste sono andati a votare più del 50% degli aventi diritto al voto. Condizione necessaria affinché la proposta soggetta a referendum venga (eventualmente) approvata dal risultato delle schede, così come indicato dall’articolo 75 della Costituzione italiana.
Era il giugno 2011. Dopo 16 anni di consultazioni andate a vuoto, quattro quesiti referendari sfiorarono il 55% dell’affluenza e stravinsero i Sì con circa il 95%. Il motivo del successo venne determinato (soprattutto) da quello riguardante l’abrogazione “delle norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia nucleare”. Il quesito trascinò gli altri tre (due sull’acqua pubblica e uno sul legittimo impedimento) spinto da quello che successe tre mesi prima a Fukushima. L’11 marzo 2011 tutto il mondo venne emotivamente colpito dal disastro nucleare in quella Prefettura del Giappone. Le disposizioni di legge approvate dal governo Berlusconi nel biennio 2008-2010, con le quali era stato deliberato di ritornare a edificare impianti atomici sul proprio territorio, vennero fortemente discusse dall’opinione pubblica. Il risultato fu caratterizzato dal plebiscito nelle urne. Cosa succederà tra 14 giorni con il tema della Giustizia?
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