Recovery Fund, Meloni: “Consiglio a Conte di giocare in attacco”

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“Penso che l’Italia debba giocare in attacco e che le nazioni che stanno lì a sindacare su come spendiamo i nostri soldi dovrebbero ricordare come rubano i nostri soldi, per esempio con i loro paradisi fiscali. Ho consigliato al presidente Conte di giocare in attacco, spero lo faccia. Se lo farà e se l’Italia farà valere le proprie ragioni ovviamente ci troverà al suo fianco”. Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, parlando delle trattative per il Recovery Fund a margine della presentazione del candidato sindaco di FdI a Segrate, in provincia di Milano.

Meloni: “L’Ue sia credibile nel voler dare una mano”

“Penso sia inutile commentare le bozze – ha aggiunto la leader di FdI -. Vedremo cosa sarà deciso alla fine. Se l’Italia si farà dettare l’agenda da Paesi che finora hanno beneficiato delle regole dell’Unione Europea, vorrà dire che non ci sarà niente di nuovo sotto il cielo. Faremo in quel caso le nostre valutazioni”.

“Se l’Unione Europea decide di non essere credibile nel voler dare una mano a qualcuno e non a se stessa – ha poi spiegato Giorgia Meloni – allora la percezione dei cittadini sul valore e sull’utilità dell’istituzione europea cambierà sensibilmente, con tutto ciò che ne consegue. Io confido che l’intelligenza dei Paesi che hanno maggiormente beneficiato dell’Ue prevalga, altrimenti vorrà dire che non avevamo torto”.

“Comunali a Milano? Centrodestra può vincere”

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Meloni non ha affrontato, davanti ai cronisti, solo l’argomento Recovery Fund. La leader di FdI si è anche concentrata sulla campagna elettorale per le comunali a Milano: “Fratelli d’Italia è in crescita ed è presente su questi territori – ha dichiarato –. La nostra presenza non mancherà anche a Milano dove stiamo contribuendo a vagliare tutte le ipotesi in campo. Penso che a Milano si possa vincere. Le amministrazioni di sinistra si sono dedicate molto alle lobby, agli immigrati, ai centri sociali e hanno abbandonato le periferie, i commercianti e i cittadini comuni. Non faccio mai un identikit prima di stabilire il candidato. Vogliamo scegliere il profilo migliore possibile”.

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