Rai, polemica politica alle stelle: le mosse di Draghi sulle nuove nomine

La Rai torna ad essere un problema politico. Con il presidente del Consiglio Mario Draghi che, secondo quanto l’Ansa ha appreso da “fonti parlamentari di primo piano”, vuole muoversi in anticipo per evitare nuove polemiche.

Perché le nomine Rai sono un problema

Draghi punta infatti a indicare i nomi del nuovo presidente e del nuovo amministratore delegato prima del 12 luglio. Quella infatti è la data in cui il Parlamento sarà chiamato a esprimere il proprio voto sul nuovo Consiglio d’Amministrazione Rai. Eppure questa mossa sembra piacere poco ai partiti, tenuto conto della posta in palio che tali nomine portano con sé da decenni.

L’attuale composizione di maggioranza e opposizione rende infatti non facile la composizione dei vertici Rai. E anche l’occhio dell’opinione pubblica incide non poco, specie dopo i fatti del Primo Maggio. E la nota diatriba tra Fedez e il direttore di Rai3 Franco Di Mare, sfociata in una battaglia di querele. E il panorama politico nazionale che si è schierato, a seconda dei casi, dall’una o dall’altra parte.

Visti da sinistra, centro e destra: i nomi in ballo

Anche per questo le prossime nomine possono incidere sugli equilibri del Governo anche più di quanto avvenuto nel corso degli anni. E lo si capisce chiaramente spulciando i nomi che stanno circolando in queste ore. Riguardo al nuovo presidente Rai, per esempio, Draghi punta alla parità di genere. Ma occorre un sì della Commissione di Vigilanza, mai così spaccata.

Se infatti si parla ad esempio di Patrizia Grieco (presidente Mps) o Alessandra Perrazzelli, alta dirigente di Bankitalia, il M5s sponsorizza Beatrice Colletti e il centrodestra Simona Agnes. Potrebbe però ancora esserci un presidente della Rai uomo. E qui il centrosinistra vorrebbe Antonio Di Bella, mentre il centrodestra vuole Mauro Masi.

Riguardo all’amministratore delegato, invece, Draghi vorrebbe affidare tale ruolo a una figura di spiccata “esperienza internazionale“. Ma anche qui gli interessi dei partiti rendono la decisione complicata. Si parla però con insistenza di Matteo Maggiore, direttore della Comunicazione della Bei, o Giorgio Stock, ex presidente di Warner Media. Più defilata la candidatura dell’ex ad di Rcs e Gedi, Laura Cioli. Molti nomi e tantissimi interessi in ballo: ecco perché il Premier vuole sbrogliare la matassa entro lunedì. Ma il fatto che ci riesca è tutto da verificare.

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