Le lunghe discussioni, le schede bianche, i voti dispersi e i franchi tiratori sono un capitolo chiuso. A conclusione dello spoglio dell’ottava votazione è arrivata infatti l’ufficialità: Sergio Mattarella sarà ancora il Presidente della Repubblica Italiana. Un po’ come accaduto nel 2013 (allora fu Giorgio Napolitano ad essere confermato), dunque, non è stato un nome nuovo a risolvere l’impasse a livello di Grandi elettori. Piuttosto si è preferito confermare colui il quale ha occupato la residenza al Quirinale nei sette anni precedenti.
Alle 20.20 Mattarella è arrivato a “quota 505”, la soglia della maggioranza assoluta, nella votazione partita sabato alle 16.30. Nessun ribaltone, dunque, dopo le anticipazioni dell’ora di pranzo. Stanchi del perdurare dello stallo, i partiti di maggioranza avevano infatti espresso già in tarda mattinata la volontà di evitare ulteriori discussioni, confidando nel senso istituzionale dell’attuale Capo dello Stato. Rimandando dunque, di fatto, la scelta di un nuovo Presidente.
Lo stesso Mattarella aveva ricevuto nel primo pomeriggio i delegati dei partiti e una rappresentanza di quelli regionali. Il Presidente aveva confermato la propria disponibilità a mettersi ancora una volta al servizio delle istituzioni.
Si tratta, dunque, della seconda rielezione della più alta carica dello Stato nella storia della Repubblica. Era già capitato nel 2013, quando in un altro momento assai delicato della storia del Paese le componenti del Parlamento non riuscirono a indicare un nome capace di raggiungere la maggioranza assoluta delle preferenze. Giorgio Napolitano (che tra l’altro in questi giorni ha fatto parte dei Grandi elettori, in quanto senatore a vita) fu eletto in quell’occasione dopo il sesto scrutinio.
Napolitano si dimise poi nel 2015, ritenendo le condizioni politico-istituzionali del Paese adatte per lasciare il ruolo di Capo dello Stato. Al suo posto i Grandi elettori scelsero proprio Mattarella. Non sarebbe una sorpresa, quindi, se il Presidente appena rieletto decidesse di dimettersi non appena dovesse considerare opportuni tempi e modi per lasciare il Quirinale.
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