Da una chiama dominata dalle astensioni alla grande suggestione di una donna al Quirinale. Così si è consumata la notte tra venerdì e sabato, che ancora non ha definito una volta per tutte la corsa verso il nuovo Presidente della Repubblica.
La sesta chiama: domina l’astensione, poi Mattarella
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Sono stati 445 gli astenuti alla sesta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica nell’Aula della Camera. Rimonta in questo scrutinio il capo dello Stato uscente, Sergio Mattarella, che ottiene 336 consensi per restare al Quirinale, seguito a grande distanza dal magistrato Antimafia, Nino Di Matteo (41).
E ancora il senatore Pier Ferdinando Casini conquista 9 voti, Luigi Manconi 8, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia e l’attuale premier Mario Draghi 5, Giuliano Amato 3 e la presidente del Senato, Elisabetta Casellati 2. Sono 106 le schede bianche, 4 le nulle e 9 i voti dispersi. Sabato alle 9:30 la settima votazione per il Quirinale.
Anatema Letta: “Nessuno al Quirinale con maggioranza semplice”
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“Oggi il passo avanti fondamentale è stato il fatto che non è possibile che il Parlamento elegga un presidente della Repubblica a maggioranza semplice. Lo avevamo annunciato, il dialogo poteva cominciare quattro giorni fa ma già che sia iniziato è un passo avanti“, è stata la sintesi sulla corsa al Quirinale fatta a Montecitorio da Enrico Letta, segretario del Partito Democratico.
Ma già nella serata di venerdì si era capito che trovare il nome giusto per il Quirinale non sarebbe stato un gioco da ragazzi. “Sono fiducioso, ce la mettiamo tutta. Ma non è semplice, perché questa è una vicenda nella quale si sovrappongono due maggioranze diverse. I nomi in campo sono tanti, faremo una discussione tutta la notte. Ma non sono sicuro che usciremo con una soluzione definitiva“, aveva ammesso Letta.
Parla Conte: emerge l’ipotesi donna al Quirinale
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Tra un vertice e l’altro per eleggere il Capo dello Stato, l’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è comprato un gelato in un bar fuori dalla Camera, dove è stato intercettato dai cronisti. E qui ha fatto il punto sulla corsa al Quirinale.
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Il leader del Movimento 5 Stelle, tra le altre cose, si è soffermato sull’ipotesi di una donna al Quirinale. “Fa piacere che ci sia sensibilità sul nome femminile da parte di Salvini. Tuttavia auspico che tutto il Parlamento sia sensibile all’idea di un Presidente donna. Il Movimento ha invitato fin da subito a valutare questo elemento e abbiamo diversi profili che corrispondono ai criteri che abbiamo esplicitato“, ha spiegato.
Conte, peraltro, non ha voluto sbilanciarsi sul nome dell’eventuale donna da candidare per il Quirinale: “Riservatezza delle trattative non significa inciuci. I voti si prendono alla Camera, necessario compromesso di alto profilo. Alla fine il Movimento sarà la forza più compatta. Mi farebbe piacere un Presidente donna“, ha concluso il leader del M5s durante un punto stampa fuori dalla Camera.
Speranze Salvini: “Presto presidente donna, ma mi taccio”
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Ancora più lungo e completo l’intervento di Matteo Salvini, il grande sconfitto del venerdì delle votazioni dopo la mancata elezione di Elisabetta Casellati al Quirinale. “Riassunto della giornata. Il centrodestra ha mantenuto la parola e ha messo a disposizione del Paese la più alta carica dello Stato dopo Mattarella – ha ricordato –. Mi dispiace che la sinistra non sia neanche entrata in aula per dire come la pensa, perché avremmo avuto l’occasione di eleggere il primo Presidente donna della Repubblica Italiana. La sinistra è abituata a mettere veti, io preferisco fare ponti“.
Salvini peraltro aveva anche ammesso che la possibilità di vedere una donna salire al Quirinale stesse ancora avanzando. “Ho avuto diversi incontri in giornata e sto lavorando perché a breve ci sia un presidente donna in gamba. Non faccio nomi, perché se lo dice Salvini allora non va bene. Mi taccio, ascolto, lavoro e mi auguro che domani il Parlamento dia dimostrazione di concretezza, di lucidità, di rapidità. Ci sono persone di assoluto spessore, tutti dovrebbero smettere di porre veti. Sto lavorando affinché domani si chiuda. Sono fiducioso, chi mette in discussione il governo per alzare il prezzo non fa un buon servizio al Paese“, ha dichiarato il leader della Lega uscendo da Montecitorio.