Dopo settimane passate in tenda per reclamare affitti a misura di studente, ieri è arrivata la doccia fredda a certificare che dalla Commissione europea non arriveranno i 519 milioni di euro attesi per gli alloggi universitari, parte della terza rata del Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza. I fondi per gli studenti slittano alla quarta tranche.
Le proteste dei diretti interessati non hanno tardato ad arrivare. “Sugli studentati avevamo ragione ma il ministero non ci ha mai voluto ascoltare”, commenta in una nota l’Unione degli Universitari. “Avevamo detto che non era corretto dare 210 milioni ai privati, spesso per posti letto che esistevano già mentre andavano rendicontati solo posti letto nuovi. La responsabilità di questo fallimento è tutta del governo“, è l’affondo dell’Udu. “Vogliamo che la ministra Bernini ci convochi con urgenza per ripensare insieme il piano di realizzazione degli studentati”.
A spiegare il cambio di programma per sbloccare lo stallo con la Commissione europea sulla terza rata del Pnrr da 19 miliardi è stato ieri il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, che ha presieduto la riunione della Cabina di Regia a Palazzo Chigi. “Il target quantitativo dei 7.500 posti letto per studenti da assegnare entro il 31 dicembre 2022 viene trasformato in una milestone qualitativa (l’avvio delle assegnazioni per completare l’obiettivo di 60mila letti entro il 2026) da raggiungere entro il 30 giugno 2023 e aggiunto come proposta di modifica alle dieci già inviate per la revisione degli obiettivi della quarta rata del Pnrr”.
Dunque all’Italia arriveranno 18,5 miliardi di euro della terza rata senza i fondi destinati ai posti letto per gli studenti, che invece slittano alla quarta tranche del Pnrr.
Le opposizioni attaccano l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, a cominciare dal Partito democratico. “Non arriveranno 500 milioni di euro, proprio quelli che erano destinati all’emergenza abitativa per quale gli studenti hanno protestato in questi mesi nelle tende perché quando si colpisce il loro diritto all’abitare si colpisce anche il diritto costituzionale allo studio. Noi continueremo a lottare anche su questa importante parte di investimenti sugli studentati”, dice la segretaria dem Elly Schlein.
“È chiaro che serve più attenzione e urgenza da parte di un governo che ha parlato per mesi di modifiche al Pnrr e ancora non le ha presentate in Parlamento. Noi continueremo a presidiare e ad essere disponibili a dare una mano perché il Pd non vuole vedere l’Itali fallire questa grande opportunità. Grande disponibilità a collaborare ma abbiamo bisogno di uno scatto in avanti del governo”.
Sulla stessa linea il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. “L’esito della cabina di regia sul Pnrr conferma in pieno le nostre preoccupazioni: questo governo non è in grado di gestire il più grande progetto di rinascita e sviluppo del nostro Paese”.
E in vista della quarta rata lancia la provocazione: “Cosa succederà quando dovremo riscuotere la quarta, per la quale il governo ha già ammesso di non essere in grado di centrare quasi la metà dei progetti? Il ministro Fitto è venuto più volte in commissione a cercare di rassicurare il Parlamento e a dirci che era tutto a posto. Ma da oggi è certificato che questo governo non è all’altezza di garantire al nostro Paese le risorse che l’Europa ci aveva promesso”.
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