Il testa a testa tra il candidato del centrodestra Marco Bucci e quello del campo largo Andrea Orlando avrà un impatto molto importante sulla politica nazionale. Ecco perché
Tra ieri e oggi, la Liguria è chiamata alle urne per scegliere il nuovo presidente della Regione, a seguito delle dimissioni anticipate di Giovanni Toti, ex-presidente di centrodestra coinvolto in un’inchiesta della procura di Genova con accuse di corruzione. La competizione, nonostante la presenza di nove candidati, si concentra principalmente su due figure di spicco della politica nazionale e locale: Andrea Orlando, esponente del Partito Democratico ed ex ministro, e Marco Bucci, sindaco di Genova, schierato con il centrodestra.
Queste elezioni non rappresentano solo un evento importante per la Liguria, ma sono anche un riflesso del clima politico nazionale. Essendo le prime di tre elezioni regionali in programma per il prossimo mese – seguiranno infatti Umbria ed Emilia-Romagna – i risultati di queste consultazioni saranno interpretati come un banco di prova per le principali forze politiche italiane, contribuendo a rafforzare o indebolire i leader nazionali e offrendo indicazioni sulle strategie future dei partiti.
Andrea Orlando è un politico dalla lunga carriera. Nato in Liguria da padre napoletano e madre fiorentina, ha mosso i primi passi nelle file del Partito Comunista Italiano ed è stato per anni uno dei principali volti del PD. Nonostante la sua carriera romana e la sua esperienza da ministro, Orlando ha dovuto affrontare accuse di lontananza dalle questioni locali. La sua presunta “distanza” dalla realtà ligure è stata sottolineata dagli avversari, specialmente da Bucci, che lo descrive come un politico romano poco attento alle esigenze della Liguria.
Tuttavia, Orlando ha cercato di ribaltare questa immagine, puntando sull’importanza delle sue relazioni nazionali e internazionali, vantando endorsement da figure prestigiose come Yolanda Diaz, vicepresidente del governo spagnolo, e Martin Schulz, ex presidente del Parlamento Europeo. La sua candidatura è sostenuta da una coalizione frammentata, dove le tensioni tra PD, M5S e altre forze politiche rischiano di compromettere la coesione dell’alleanza. In particolare, l’opposizione di Giuseppe Conte a includere Matteo Renzi tra gli alleati ha portato alla rinuncia di alcuni candidati di Italia Viva, privando Orlando di un sostegno che avrebbe potuto risultare determinante tra l’elettorato moderato e imprenditoriale della Liguria.
Marco Bucci, dal canto suo, è una figura già conosciuta e apprezzata nella regione, essendo stato sindaco di Genova per quasi due mandati. Bucci è entrato in gara dopo una riflessione non priva di esitazioni, dovute anche alle sue condizioni di salute, ma è stato fortemente incoraggiato a candidarsi da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Bucci è un manager proveniente dal settore farmaceutico e, nonostante l’incertezza derivata dalla sua malattia, è visto da molti come il candidato ideale per rilanciare la regione, grazie alla sua esperienza amministrativa e al suo approccio pragmatico.
Bucci ha adottato una linea di campagna elettorale polemica e decisa, sostenendo che una vittoria della sinistra porterebbe a una stagnazione dei progetti di sviluppo e promuovendo un messaggio diretto: «Se vince la sinistra, qui si blocca tutto». Ha promesso di migliorare il sistema sanitario, accorciando le liste d’attesa, una proposta molto sentita in una regione caratterizzata da un’alta percentuale di residenti anziani. Tuttavia, la sua vicinanza con il governo nazionale di destra, che non sempre ha un rapporto fluido con il settore sanitario, rende questa promessa un terreno di controversia.
Nonostante le sue dimissioni, Giovanni Toti continua a essere una figura centrale nella politica regionale. L’ex presidente è stato spesso evocato da Orlando durante la campagna elettorale per sottolineare le connessioni tra Bucci e il vecchio sistema di governo. Toti ha trovato un accordo con la procura di Genova, patteggiando una condanna, scelta che ha generato perplessità all’interno del centrodestra e oscurato l’inizio della campagna di Bucci.
Accanto a Bucci, altre figure influenti hanno avuto un peso nella determinazione della coalizione di destra. Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti e storico dirigente della Lega in Liguria, ha gestito le trattative per la candidatura. A lungo considerato come possibile candidato, Rixi ha preferito mantenere il suo ruolo al ministero, contribuendo però a promuovere la candidatura di Bucci e consolidando la sua influenza sulla campagna elettorale. Anche se Rixi non si unirà al Consiglio regionale, la sua candidatura simbolica ha l’obiettivo di attrarre voti alla Lega e sostenere Bucci nella competizione.
Claudio Scajola, sindaco di Imperia ed ex ministro, rappresenta un altro personaggio di peso all’interno del centrodestra ligure. Sebbene abbia scelto di mantenere un profilo relativamente basso nella campagna, la sua influenza sulla politica regionale è indiscutibile, e la sua posizione ambivalente potrebbe avere un ruolo significativo nelle elezioni. Scajola mantiene relazioni trasversali e, pur essendo parte della coalizione di centrodestra, ha avuto rapporti anche con esponenti del centrosinistra, tra cui lo stesso Orlando.
Le elezioni liguri avranno ripercussioni che vanno oltre i confini regionali, e sono particolarmente rilevanti per due figure di spicco della politica nazionale: Elly Schlein, segretaria del PD, e Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. Per Schlein, queste elezioni rappresentano una possibile occasione per dimostrare la forza della coalizione progressista e rilanciare il cosiddetto “campo largo”, un’alleanza inclusiva tra PD, M5S e altre forze di sinistra. Una vittoria del centrosinistra in Liguria rafforzerebbe la leadership di Schlein e metterebbe in discussione la stabilità del governo Meloni, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali in Umbria ed Emilia-Romagna.
D’altra parte, la scelta di Meloni di sostenere Bucci riflette la volontà di mantenere il controllo del centrodestra e di confermare la presenza della destra alla guida delle regioni italiane. Una vittoria di Bucci consoliderebbe la posizione di Fratelli d’Italia come partito dominante nella coalizione di destra, riducendo l’influenza della Lega e di Forza Italia, già in declino in molte aree del Nord Italia. Tuttavia, una sconfitta in Liguria potrebbe minare l’autorità di Meloni, spingendo i suoi alleati a rivalutare le strategie interne della coalizione.
Le elezioni regionali in Liguria costituiscono un banco di prova cruciale per il futuro della politica italiana. La scelta tra Orlando e Bucci non determinerà solo la direzione della Liguria, ma avrà ripercussioni significative sullo scenario nazionale. Il risultato delle urne potrebbe indicare un consolidamento della leadership di Meloni o aprire nuove prospettive per una coalizione progressista guidata da Schlein, in grado di contrastare l’attuale governo.
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