Crescono le tensioni tra USA e Sudafrica dopo le accuse di Donald Trump e Elon Musk sul Land Expropriation Act
Il Sudafrica è al centro di una nuova controversia internazionale dopo le dichiarazioni critiche di Donald Trump e del segretario di Stato americano Marco Rubio, che hanno duramente attaccato la politica di esproprio delle terre introdotta dal governo di Cyril Ramaphosa.
Durante una visita nella Repubblica Dominicana, Rubio ha annunciato che non parteciperà al vertice del G20 di Johannesburg, sostenendo che il Sudafrica “sta facendo cose molto brutte”, in particolare con la confisca delle proprietà private. Le sue parole ricalcano le dichiarazioni di Trump, che pochi giorni prima aveva promesso il blocco dei fondi statunitensi al Sudafrica – pari a circa 450 milioni di dollari all’anno – finché non sarà completata un’indagine sul Land Expropriation Act.
Trump ha definito il provvedimento una “grave violazione dei diritti umani”, accusando il governo sudafricano di penalizzare specifiche categorie di persone. Il riferimento è alla minoranza bianca, che, a oltre 30 anni dalla fine dell’apartheid, possiede ancora il 72% delle terre agricole, pur rappresentando meno dell’8% della popolazione.
Il Land Expropriation Act, promulgato il 24 gennaio 2025, consente allo Stato sudafricano di espropriare terreni senza risarcimento, a patto che ciò sia ritenuto “giusto, equo e nel pubblico interesse”. Il provvedimento è stato fortemente voluto dall’African National Congress (ANC), partito del presidente Ramaphosa, per rispondere alle pressioni della maggioranza nera, delusa dalla lenta redistribuzione delle terre.
Tuttavia, la legge ha diviso il governo. Oltre alla netta opposizione del Freedom Front Plus, partito che tutela gli interessi dei bianchi, anche la Democratic Alliance (DA) – un partito moderato e multietnico vicino al mondo delle imprese – ha espresso forti riserve. Il timore della DA è che il provvedimento possa innescare una crisi simile a quella vissuta dallo Zimbabwe, dove espropri caotici e punitivi hanno provocato il crollo della produzione agricola.
L’attacco di Trump è stato amplificato da Elon Musk, che ha rilanciato la tesi – diffusa dall’estrema destra – secondo cui in Sudafrica sarebbe in corso un “genocidio bianco” ai danni degli agricoltori di origine europea.
Musk, già in passato critico nei confronti del governo sudafricano, ha sostenuto che le politiche di esproprio siano discriminatorie e ha accusato Ramaphosa di promuovere misure “apertamente razziste”.
In realtà, i dati ufficiali sulla criminalità agricola sono incompleti e non confermano un attacco sistematico contro i bianchi. Secondo un’indagine di Al Jazeera, i cosiddetti “plaasaanvalle” – attacchi alle fattorie – colpiscono sia contadini bianchi che neri, con alcune decine di vittime all’anno. Pur essendo un fenomeno preoccupante, questi episodi si inseriscono in un quadro di violenza diffusa, in un paese con uno dei tassi di criminalità più alti al mondo.
Di fronte alle critiche di Trump e Musk, il presidente Ramaphosa ha scelto di mantenere un tono moderato, negando qualsiasi intenzione di attuare confische arbitrarie.
“Non abbiamo confiscato alcuna terra” ha dichiarato, precisando che la nuova legge “non è uno strumento di esproprio indiscriminato, ma un processo legale conforme alla Costituzione, volto a garantire una redistribuzione equa e giusta delle terre”.
Ramaphosa ha anche cercato di ricomporre lo scontro con Musk, avviando una conversazione telefonica per spiegare i principi della politica agraria sudafricana e sottolineare che il paese si basa su valori di uguaglianza, giustizia e rispetto dello stato di diritto.
Nonostante le tensioni con Trump, il governo sudafricano ha espresso la volontà di preservare i rapporti con gli Stati Uniti.
Il portavoce di Ramaphosa, Vincent Magwenya, ha assicurato che la relazione tra Sudafrica e Stati Uniti continuerà a essere “di mutuo beneficio” e che verranno affrontate rapidamente le disinformazioni sulle nuove leggi.
Con una mossa inaspettata, il presidente sudafricano ha persino invitato Trump in Sudafrica per una visita di Stato e una partita di golf, nel tentativo di distendere i rapporti.
“Lavoreremo per chiarire le questioni aperte” ha detto Magwenya, aggiungendo con ironia che il presidente Ramaphosa sta “affinando il suo tiro” per essere pronto a sfidare Trump sul green.
Il Land Expropriation Act ha aperto una frattura tra il Sudafrica e gli Stati Uniti, con accuse di violazione dei diritti umani e presunti attacchi alla minoranza bianca.
Mentre Trump e Musk cavalcano la narrativa del genocidio bianco, il governo di Ramaphosa cerca di difendere il provvedimento, sostenendo che si tratta di una misura legittima per correggere disparità storiche.
Se le tensioni tra i due paesi non verranno risolte, il taglio dei finanziamenti USA potrebbe rappresentare un duro colpo per l’economia sudafricana, aumentando l’isolamento internazionale del governo ANC.
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