“La senatrice Simona Malpezzi è stata eletta all’unanimità, per alzata di mano, presidente delle senatrici e dei senatori del Pd“. Lo spiega lo stesso Partito Democratico in un comunicato sul proprio sito ufficiale. E la parlamentare dem ha già commentato la novità all’esterno di Palazzo Madama.
La neo capogruppo Pd: “Siamo compatti, non è banale”
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“Grazie al presidente Marcucci e a tutti i senatori del Partito Democratico per il sostegno – ha commentato Simona Malpezzi –. Andiamo avanti al fianco del governo Draghi, sulla base dell’agenda di Enrico Letta. E intestandoci – aggiunge facendo riferimento al suo Pd – una serie di iniziative su giovani, ambiente, scuola, salute. Il Paese ci chiede questo“.
Simona Malpezzi ha quindi voluto spiegare in che cosa consista la sua carica: “È un ruolo che rappresenta il gruppo Pd in Senato. C’è la volontà di continuare a lavorare insieme, compatti, per risolvere i problemi. Il Paese chiede compattezza per affrontarli, e non è una cosa banale“. Poi un riferimento implicito alle vecchie polemiche sulle poche donne al potere nel partito: “Penso che lo sguardo femminile possa dare una rilettura di ciò che ci sta succedendo. Mi dimetterò da sottosegretario, ci sarà qualcuno che prenderà il mio posto“.
L’ex Marcucci: “Questione di genere importantissima”
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Sulla nomina di Simona Malpezzi si è soffermato anche Andrea Marcucci, capogruppo uscente del Pd al Senato. “La proposta è stata accolta da tutto il gruppo – ha sottolineato –. Credo sia la prima volta nella storia, un bel segnale. Ho capito il valore simbolico a cui si riferiva il segretario Letta. Non mi è piaciuto il metodo. Penso che la questione di genere sia importantissima, e che siano stati fatti degli errori da parte della politica. Dobbiamo avere una segretaria donna. Il problema non si risolve con i simboli, ma in certi frangenti hanno significati. Io ho fatto un passo di lato. Non solo perché Malpezzi è una donna, ma perché so che lavorerà bene“.
Quindi Marcucci ha concluso facendo il punto sulla coesione all’interno del partito: “Io sono nel Pd perché ci sono delle regole e ci si può confrontare. Unità non significa che si deve stare tutti zitti. A me viene affibbiata la patina di ex renziano e l’amicizia con Renzi. L’amicizia non è in discussione. Amico lo è e lo resterà. L’accusa di lavorare nel Partito Democratico per qualcuno all’esterno è un’accusa fastidiosa. Chi l’ha fatta deve vergognarsi“.