Il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, è finito ancora una volta nel mirino del centrodestra, che ne vorrebbe la sua rimozione dall’incarico. Non è la prima volta per Greco, che nel febbraio 2018 era già stato al centro del dibattito a seguito di un appassionato dialogo con Giorgia Meloni, oggi presidente del Consiglio, che aveva fatto il giro del Paese. Ad attaccarlo, anche questa volta, sono Lega e Fratelli d’Italia. Proviamo a capire il perché.
Tutto è partito dalla presa di posizione di Maurizio Marrone, assessore al Welfare della Regione Piemonte. Dalla colonne del Corriere Torino, Marrone ha sottolineato come non confermerebbe Greco per il secondo mandato come direttore del museo piemontese. Questo, pur riconoscendone le grandi doti. Allo stesso tempo, però, secondo Marrone, esisterebbe gente più adatta a ricoprire l’incarico. Un po’ meno per la leggere è andato, invece, Andrea Crippa, vicesegretario della Lega. “Christian Greco faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui – ha detto ad Affari Italiani – Qualche anno fa Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani e io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista, contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni“.
Le parole del centrodestra hanno trovato, immediata, la replica da parte del Consiglio di amministrazione del Museo, presieduto da Evelina Christillin. Il Cda ha confermato il totale appoggio a Greco: “Grazie al suo operato il nostro museo è diventato un’eccellenza mondiale, con due importanti operazioni di trasformazione strutturale, oltre 90 collaborazioni con i maggiori atenei e istituzioni museali al mondo, attività di formazione e ricerca ai massimi livelli, sostenibilità ambientale e finanziaria, oltre a politiche di inclusione e importanti ricadute economiche per l’area cittadina e non solo“. Lo stesso Cda ha poi sottolineato un aspetto molto importante della vicenda: “In base all’articolo 9 del nostro statuto, la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al consiglio di amministrazione, rinnoviamo a Christian Greco la nostra totale fiducia e il più sentito ringraziamento per il suo straordinario lavoro“.
Molto filosofica, invece, la replica dello stesso Greco a TorinoToday: “Non faccio politica – ha dichiarato il direttore Greco –, mi dedico all’antico, non alla contemporaneità. Sono un egittologo. Non replico nulla, ho già detto che mi piacerebbe che il direttore fosse invisibile, che parlasse la sua squadra. Oggi, abbiamo una squadra di settanta persone, un museo che scava in Egitto, stiamo lavorando per il bicentenario. Il direttore può essere utile, ma non è indispensabile, l’istituzione va avanti“.
L’astio, se così possiamo definirlo, da parte di Fratelli d’Italia e del centrodestra in generale nei confronti di Greco risale ormai al 2018. Allora il Museo Egizio decise di dare vita a un’iniziativa di marketing chiamata “Fortunato chi parla arabo”. Il progetto prevedeva la possibilità per le coppie di lingua araba di entrare pagando un solo biglietto e di utilizzare altri servizi del museo, come le audioguide in arabo. L’obiettivo? Avvicinare i “nuovi italiani” a una delle culture più importanti del mondo antico e di conseguenza alle loro radici. L’iniziativa, però, non sembrò piacere particolarmente a Fratelli d’Italia. Così Giorgia Meloni, in città per un evento elettorale, organizzò all’epoca una protesta proprio di fronte al museo. Greco uscì e rispose punto per punto alle accuse di Meloni, che sosteneva si trattasse di una sorta di “razzismo al contrario”. Il direttore spiegò, all’epoca, tutte le diverse offerte proposte dal museo ed evidenziò anche come Meloni fosse in torto associando automaticamente l’arabo all’Islam. Il loro dialogo venne completamente filmato e fece in fretta il giro d’Italia. Da allora Fratelli d’Italia ha sempre avuto una posizione fredda nei confronti di Greco e, anzi, aveva lasciato più volte intendere come, se avesse vinto le elezioni, avrebbe fatto pressione affinché abbandonasse il suo incarico. Così, in effetti, è stato, pur senza ancora aver raggiunto il risultato sperato.
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