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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha partecipato con i ministri Lamorgese, De Micheli e D’Incà alla prova generale del Mose di Venezia, con il sollevamento per la prima volta delle 78 dighe mobili destinate a proteggere la città dalle maree. Presenti anche Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro. “Voi avete iniziato a progettare all’ultimo anno di ingegneria”, è stata la battuta di Conte al progettista del Mose, Alberto Scotti. “Questa non è una cerimonia di inaugurazione, non siamo per una passerella, siamo per un test. Il Governo vuole toccare con mano e verificare l’andamento dei lavori”, ha detto poi Conte. Ambientalisti e comitati contro le grandi navi in laguna hanno organizzato una manifestazione di protesta. Per i detrattori, l’opera, che ha richiesto anni di lavoro e finanziamenti ingenti, sarebbe obsoleta.
Per l’evento la Laguna è stata completamente chiusa al traffico marittimo. Una decina le imbarcazioni che si sono radunate nello spazio acqueo davanti a Piazza San Marco per un’azione di protesta contro il Mose. Guardati a vista da imbarcazioni della polizia, i barchini hanno bandiere contro le grandi navi e contro quella che definiscono un’opera inutile. Conte e i rappresentanti del governo hanno fatto visita alla “Control room” installata all’isola artificiale del Lido, da cui si possono seguire le operazioni di sollevamento e discesa delle paratoie nelle quattro ‘bocche’, da nord a sud: Lido-Treporti, Lido-San Nicolò, Malamocco e Chioggia.
Conte: “Il Mose va completato entro l’autunno-inverno”
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“Questo Mose va completato e dobbiamo fare in modo che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia. Siamo qui augurandoci che questa opera possa funzionare e rispondere all’obiettivo per cui è stata progettata”, ha sottolineato Conte. “Vedremo insieme l’innalzamento di 78 paratoie e la chiusura contemporanea di tutte le bocche di porto. È una poderosa opera che attende da anni il completamento. È nata tra tante polemiche per un obiettivo concreto per quanto visionario di salvaguardare Venezia dall’acqua alta”, ha aggiunto. “La completeremo nel 2021” ma “abbiamo anticipato i tempi: se il funzionamento risponderà alle aspettative, nel prossimo autunno avremo quello che abbiamo promesso anche in anticipo rispetto al 2021″.
Su Autostrade, Conte assicura: “Procedura revoca a giorni”
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“Noi le decisioni le prendiamo, tra qualche giorno saremo a Genova per l’inaugurazione del nuovo ponte. In questi giorni ci stiamo sorprendendo per un ponte” la cui realizzazione è stata così rapida “che addirittura non è stata completata alla procedura di revoca per Autostrade, che arriverà in questi giorni”. Così Giuseppe Conte, alla prova generale di sollevamento della paratoie del Mose, il sistema per difendere Venezia dall’acqua alta.
De Micheli: “Opera travagliata ma promessa mantenuta”
“Il Mose è stata un’opera travagliata e faticosa” ma oggi “non potevamo mancare, anche per quella sera del 12 novembre” dell’acqua alta eccezionale. Lo ha detto il ministro Paola De Micheli, sottolineando che “molti degli impegni presi quel giorno sono stati mantenuti”. Rispondendo alla sollecitazione sul ‘decreto fanghi’, ritenuto dal sindaco Bugnaro indispensabile per creare una via alle grandi navi alternativa a quella che passa davanti a San Marco, il ministro ha detto che “il decreto è pronto, basta definire la gestione presente e futura”.
Zaia: “Spero che il Mose funzioni, preoccupano i costi”
“La storia del Mose è la storia di una via crucis. Ci è stata presentata come un’opera unica con i pregi e i difetti di un’opera unica ma dopo aver investito 5,5 miliardi e qualche miliardo in più a corredo deve funzionare. Spero che funzioni. Ora agli occhi di molti il Mose è l’inchiesta ma noi dobbiamo fare in modo che sia solo una parte di quella vicenda”. A dirlo è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nel corso della cerimonia di sollevamento complessivo delle paratoie del Mose. “Ci preoccupa ora la partita della gestione che vale 100 milioni di euro l’anno e non sono pochi. Una partita che dovremo affrontare all’interno dei ragionamenti della legge speciale”, continua. “Se lei Conte volesse veramente fare un regalo al Veneto potrebbe rivedere una scelta fatta dal governo Renzi quando è stata decretata la fine del ‘Magistrato delle acque’ nato nel 1501. È ora di ripristinarlo e dare la gestione al Mose al Comune”.