Non si placa lo scontro attorno alla giudice di Catania Iolanda Apostolico, che una settimana fa ha annullato il trattenimento di tre migranti tunisini nel nuovo centro per il rimpatrio di Pozzallo, sconfessando il decreto del ministero dell’Interno.
Stavolta a rinfocolare la polemica è stato un video di cinque anni fa condiviso ieri sulla piattaforma X dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “25 agosto 2018, Catania, io ero Vicepremier e Ministro dell’Interno. L’estrema sinistra manifesta per chiedere lo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti: la folla urla “assassini” e “animali” in faccia alla Polizia. Mi sembra di vedere alcuni volti familiari”, scrive il vice premier alludendo alla giudice che compare nel filmato.
Immediata la replica dell’Associazione nazionale magistrati a difesa della collega presa di mira, sostengono, per questioni che attengono alla vita privata. “Nessuna discussione, dobbiamo essere e apparire terzi”, dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, che però aggiunge: “Inviterei a valutare la terzietà dei magistrati sulla base dei provvedimenti e delle loro motivazioni” e a non fare lo “screening al passato, alla vita privata del magistrato. Sono preoccupato dalla china che si imbocca”.
La versione della giudice
Apostolico dal canto suo si è difesa fornendo ai colleghi una ricostruzione alternativa. Era lì, tra le forze dell’ordine e i manifestanti – in maggioranza di estrazione cattolica e in misura inferiore della sinistra – nel tentativo di evitare contatti tra le due parti, dopo un primo scontro.
Il Carroccio all’attacco della toga
Il Carroccio, compatto, va all’assalto della toga. Se confermato “sarebbe gravissimo. Una giudice del genere, in tal caso, dovrebbe essere radiata immediatamente”, attacca il vicesegretario della Lega Andrea Crippa che già nei giorni scorsi tuonava contro la Germania che “finanzia le Ong per destabilizzarci”.
Nel video c’è anche il marito di Apostolico, “pubblicamente schierato contro la Lega e dalla parte dei manifestanti”, commentano dal Carroccio, confermando dunque “la sensazione di totale allineamento ideologico della coppia”.
Ce n’è abbastanza perché Salvini, che oggi è atteso di nuovo in un’aula giudiziaria a Palermo per il processo Open Arms, esprima tutto il proprio “sconcerto per quello che sta emergendo”.
E all’Anm il partito di Salvini ribatte che piuttosto “devono essere preoccupati gli italiani che possono essere giudicati da toghe la cui terzietà e imparzialità sono gravemente compromesse dal caso Apostolico“.
Sulla vicenda è intervenuto anche il capo del Viminale Matteo Piantedosi: “Se qualcuno si lamenta adesso di essere accusato di non apparire imparziale forse qualche comportamento un po’ diverso poteva averlo. Poi io come ministro dell’Interno giudico quelle sentenze per quello che è il contenuto delle sentenze”, ha detto ieri ospite su La7.
Opposizione, interrogazione di Pd-M5s-Si
L’opposizione è andata dura al contrattacco. Oggi Partito democratico, Movimento 5 stelle e Sinistra Italiana hanno annunciato interrogazioni parlamentari al ministro Piantedosi. Reclamano spiegazioni sull’origine del video e parlano senza mezzi termini di “dossieraggio”, “squadrismo”, “caccia”, “gogna social” e “manganello”.
Alla Camera i senatori del Pd Anna Rossomando e Walter Verini chiedono “come è uscito e da dove quel filmato? Chi lo ha confezionato? Esistono forse archivi dedicati? Il fatto solleva interrogativi inquietanti“.
La collega Vittoria Baldino, vicepresidente del M5s, domanda invece se non sia “in corso una schedatura dei manifestanti” che viene “usata per attività di dossieraggio”. Fuori dall’aula il capo del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte però si dice convinto che i magistrati debbano “non solo essere ma anche apparire imparziali”.
Nicola Fratoianni, segretario di Si, avanza l’ipotesi che il video sia “arrivato nelle mani del ministro Salvini e della Lega da strutture e apparati dello Stato”. In questo caso “sarebbe una cosa gravissima“.
A chiamarsi fuori dal coro è Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, che si schiera con la Lega pur non condividendo la politica del governo sull’immigrazione: “Trovo scandaloso che un magistrato vada in piazza. Se vuoi fare politica, non fai il magistrato”, commenta l’ex premier.
Csm spaccato
Sul caso si divide ancora il Consiglio superiore della magistratura. Da una parte della barricata, i promotori della pratica a tutela della giudice che stigmatizzano l’attacco personale. “Spostare l’attenzione sulla vita del magistrato e le sue eventuali attività esterne a quella giudiziaria, è un modo per eludere il confronto sul merito del provvedimento e un tentativo di delegittimare l’attività giurisdizionale“, sostiene il consigliere Roberto Fontana.
Sul fronte opposto, il gruppo di Magistratura indipendente, la corrente di destra del Csm, che non ha firmato la pratica. I giudici devono essere come “la moglie di Cesare“, cioè non solo essere ma anche apparire imparziali, è il commento di Enrico Aimi, membro laico e presidente della Commissione che dovrà esprimersi sulla pratica.
“Essere e apparire imparziali”
Tra i partiti della maggioranza, ma anche all’opposizione e dall’Anm, ieri si è sentito ripetere più e più volte che i “magistrati devono non solo essere ma anche apparire imparziali”. Nella massima di Piero Calamandrei, giurista e tra i fondatori del Partito d’azione, in effetti è racchiuso il senso del ruolo del “giudice terzo e imparziale” sancito dalla Carta fondamentale all’articolo 111.
Secondo il costituzionalista Michele Ainis, nel caso Apostolico non è in gioco la legittimità ma la “opportunità”. “I post su Facebook o la partecipazione attiva a manifestazioni, che hanno un significato politico, possono anche compromettere una decisione che magari è giusta e che però può portare alla strumentalizzazione di certi comportamenti”, spiega al Dubbio. “I giudici non possono iscriversi a partiti, ma per il resto sono cittadini come tutti gli altri. Tanto è vero che la magistratura si divide in correnti”.
Un principio, quello della terzietà, che è stato affermato anche in una recente sentenza della Corte di Cassazione, riunita a Sezioni Unite, nel 2020: “L’esercizio della funzione giurisdizionale impone al giudice il dovere non soltanto di ‘essere’ imparziale, ma anche di ‘apparire’ tale. Gli impone non soltanto di essere esente da ogni ‘parzialità’, ma anche di essere a’l di sopra di ogni sospetto di parzialità’”, scrivono i giudici.
“Mentre l’essere imparziale si declina in relazione al concreto processo, l’apparire imparziale costituisce, invece, un valore immanente alla posizione istituzionale del magistrato, indispensabile per legittimare, presso la pubblica opinione, l’esercizio della giurisdizione come funzione sovrana: l’essere magistrato implica una ‘immagine pubblica di imparzialità’”.
D’altro canto, aggiunge la suprema Corte, “è incomprimibile il diritto dei magistrati a partecipare alla vita politica della società ed è pura illusione immaginare la loro indifferenza ai valori, come la loro neutralità culturale”. Per questo va distinta “la ‘politica delle idee’, che come tale non contrasta con il dovere di imparzialità del magistrato” dalla “‘politica partitica’, dalla lotta tra gruppi contrapposti”, dalla quale il magistrato deve astenersi a tutela della “immagine pubblica di imparzialità’”.