La Camera dei Deputati ha dato il suo via libera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in vista del prossimo Consiglio europeo. 314 i voti a favore, 239 i contrari, 9 astenuti. Sono decisamente minori i voti a favore sul punto riguardante il Mes, ma la maggioranza è stata raggiunta con 297 deputati che si sono espressi a favore della riforma.
Proprio il Mes è la principale fonte di tensione all’interno della maggioranza: sei deputati del Movimento 5 stelle (Andrea Colletti, Pino Cabras, Fabio Berardini, Alvise Maniero, Maria Lapia e Francesco Forciniti) hanno votato contro, sostenendo in Aula che “votare sì vuol dire votare contro Conte e contro il Paese, la nostra è una scelta di coerenza”.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, interviene alla Camera dei Deputati in merito alla risoluzione del governo per il via libera alla riforma del Mes. Un passaggio che tanto ha fatto tribolare la maggioranza, che su questo punto rischiava negli scorsi giorni una seria frattura, che poi in un certo senso sembra essersi ricomposta con un compromesso. Il capo del governo, in vista del Consiglio Europeo del 10 e 11 dicembre, espone il piano dell’Italia nella sede di Bruxelles.
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“Com’è noto la riforma del Mes conteneva il backstop che è obiettivo cardine per il nostro Paese. Grazie al contributo italiano l’Eurogruppo ha trovato un’intesa per introdurlo con due anni di anticipo”, afferma Conte. Sulla riforma del Mes “resta la responsabilità delle Camere sulla ratifica” del trattato. Ma “per cambiare l’Ue è decisiva ben altro percorso. L’Italia si farà promotrice per integrare il nuovo Mes nell’intera architettura europea. Il modello a cui ispirarsi lo abbiamo già adottato: è il Next Generation EU”.
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“I cittadini dei 27 Paesi non perdonerebbero un segnale che contraddica” quella che è stata una svolta “irreversibile delle politiche dell’Ue”. Lo ribadisce Giuseppe Conte nelle comunicazioni alla Camera sul Consiglio Ue, sottolineando anche la necessita di “superare i veti ungheresi e polacchi” sul Recovery plan. “Per la prima volta l’Ue si è fatta promotrice di politiche espansive: è una scelta diversa rispetta a quelle fatte in passato in altre situazioni di crisi. Continuiamo dunque a sostenere la presidenza tedesca di turno, rivolta a una soluzione rapida a questa situazione di stallo data da Ungheria e Polonia”.
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Dai banchi di Montecitorio il presidente del Consiglio fa un invito ai partiti di maggioranza. “Il governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Ue. Il confronto dialettico è segno di vitalità e ricchezza, ma è senz’altro salutare che sia fatto con spirito costruttivo e che non ci distragga dagli obiettivi”.
La riforma su cui si esprimerà il Parlamento non riguarda i prestiti per la sanità, bensì compiti e modalità di funzionamento del Mes. Il progetto era stato momentaneamente congelato, anche su richiesta italiana. Poi, il 30 novembre scorso i ministri economico finanziari della zona euro hanno trovato un’intesa definitiva sulla prima fase di modifica. La parola passa ora ai parlamenti dei vari stati, per l’approvazione finale serve l’unanimità.
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