La premier Giorgia Meloni ha visitato l’edizione 2023 di Vinitaly, la fiera internazionale del vino e dei liquori che si svolge ogni anno a Verona. Qui ha anche tenuto un breve discorso agli studenti durante la premiazione di un concorso enologico destinato agli istituti agrari. “Per me questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura” ed è una delle ragioni per cui il governo lavora al “liceo del Made in Italy” (espressione che potrebbe aver fatto storcere il naso a Rampelli). “Faccio i complimenti a questi ragazzi, siete stati molto lungimiranti”, ha poi dichiarato Meloni. La premier ha spiegato che scuole come l’agrario hanno “una capacità di sbocco professionale molto più alta rispetto ad altri percorsi di formazione”.
Dalle parole di Giorgia Meloni emerge un sottotesto chiaro: la scuola serve (soprattutto) a trovare lavoro. È una visione molto diffusa tra i politici di destra, che spesso guardano all’istruzione come a un mezzo per raggiungere un obiettivo e solo in misura minore come a un’opportunità per acculturarsi e sviluppare il pensiero critico. Naturalmente questi due aspetti della scuola possono tranquillamente coesistere, ma è chiaro come la sensibilità di ognuno possa portare a dare maggiore importanza all’uno o all’altro.
Nel suo discorso di insediamento alla Camera dei Deputati, Meloni aveva sottolineato la necessità di “colmare il grande divario esistente tra formazione e competenze richieste dal mercato del lavoro, con percorsi formativi specifici, certamente, ma ancora prima grazie a una formazione scolastica e universitaria più attente alle dinamiche del mercato del lavoro”. Queste parole rendono piuttosto chiaro il suo punto di vista sul binomio scuola-lavoro. “L’istruzione è il più formidabile strumento per aumentare la ricchezza di una Nazione, sono tutti i punti di vista. Il capitale materiale non è nulla senza capitale umano. Per questo la scuola e l’università torneranno centrali nell’azione di Governo, perché rappresentano una risorsa strategica fondamentale per l’Italia, per il suo futuro e i suoi giovani”, aveva aggiunto.
Cosa intende di preciso Meloni quando parla di liceo del “Made in Italy”? Per capirlo può essere utile andare a recuperare un passaggio del programma politico di Fratelli d’Italia. Qui si propone di lanciare il “liceo del made in Italy per “prospettare ai giovani uno spazio lavorativo intermedio tra le professioni manuali, tendenzialmente disdegnate dai giovani italiani e le ‘lauree deboli’, dove continuano ad affollarsi i futuri disoccupati e sottoccupati”. Questo nuovo liceo servirebbe anche a “dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del ‘Marchio Italia’”. La formazione degli studenti avverrebbe anche tramite tirocini e scambi culturali all’estero resi possibili dalle rappresentanze diplomatiche italiane, “sia dal punto di vista della conoscenza della produzione italiana di alto livello, sia della promozione delle attività di business orientate verso il mercato estero”.
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