Durante un collegamento con il Festival dell’economia di Trento, la premier Giorgia Meloni ha parlato della situazione in Emilia Romagna. “Ci siamo concentrati, con un decreto legge molto corposo, per dare risposte immediate alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, al comparto agricolo, a quello turistico, sportivo, al mondo della sanità: abbiamo lavorato a 360 gradi per dimostrare che non ci saremo voltati dall’altra parte e non solo perché è doveroso verso i cittadini della regione, ma anche perché è importante per l’Italia nel suo complesso. L’Emilia Romagna è una locomotiva in questa nazione e se si ferma noi non possiamo mantenere i buoni parametri macroeconomici che stiamo vedendo“.
Meloni ha poi dichiarato che “saremo chiamati a trovare le risorse necessarie. Una cosa è leggere i numeri e l’altra è vedere la devastazione e i danni che l’Emilia-Romagna ha subito. Attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c’è anche il fondo di coesione” ed è fondamentale anche la possibilità di “flessibilità dei fondi esistenti a partire dai fondi di coesione“, anche del Pnrr.
La premier ha sottolineato che “il Pnrr riguarda soprattutto il tema della messa in sicurezza del territorio – ha aggiunto – è un fondo strategico” per gli imprevisti. “L’imprevisto è la previsione più accurata che possiamo fare. Sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e torno nominando un commissario all’alluvione” e per il maltempo. “Questa è la realtà che viviamo e quindi la messa in sicurezza del territorio e la possibilità di spendere al meglio i fondi del Pnrr per noi sono una priorità assoluta“, ha aggiunto la premier.
La presidente del Consiglio ha poi parlato delle tensioni con la Francia. “Il fatto che diversi governi di estrazione politica diversa dalla nostra sentano il dovere a volte di criticarci, non vuol dire che c’è un problema e che il governo italiano va male, ma vuol dire che sta andando molto bene. Una certa narrazione rischia di essere smontata e questo è un problema che alcuni hanno, non con noi, ma con le loro opposizioni interne“, ha concluso Meloni.
“L’impatto del taglio che stiamo realizzando è diverso da quello fatto dai miei predecessori, e non è finito. Il taglio della tassazione sul lavoro deve essere la priorità“, ha dichiarato Meloni. Il taglio del cuneo contributivo deciso con la manovra e con il decreto del primo maggio “ha un impatto importante con l’inflazione galoppante – ha aggiunto -. È la cosa più importante che si può fare in questa fase. Non è tutto: la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, la seconda è allargarli ulteriormente. Abbiamo salari da fame, il problema dell’inflazione, si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è un’iniziativa buona sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang“.
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