Nel suo discorso all’assemblea generale dell’Onu, la premier italiana Giorgia Meloni ha parlato della situazione in Medio Oriente. “Sosteniamo il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato. Ma affinché possa vedere presto la luce è necessario che i palestinesi lo affidino a una leadership ispirata al dialogo, alla stabilizzazione del Medio Oriente e all’autonomia. Gli Accordi di Abramo hanno dimostrato la possibilità di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa è la prospettiva su cui tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l’imperativo è raggiungere senza ulteriori ritardi un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi”, ha affermato la presidente del Consiglio.
Meloni ha poi parlato della situazione in Venezuela. “La comunità internazionale non può rimanere a guardare mentre in Venezuela, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni, ancora non è stato riconosciuto il risultato elettorale, ma nel frattempo si è consumata una brutale repressione, la morte di decine di manifestanti, l’arresto arbitrario di migliaia di oppositori politici, l’incriminazione e l’esilio del candidato presidente dell’opposizione democratica”, ha osservato, aggiungendo che “è nostro dovere alzare la voce”.
“Proposi un anno fa, da questo podio, di dichiarare una guerra globale ai trafficanti di esseri umani, e sono felice che quell’appello non sia caduto nel vuoto, e che in primis a livello G7 si sia trovata l’intesa per dare vita ad un coordinamento internazionale per smantellare queste reti criminali. Ma bisogna fare di più. Le Nazioni Unite devono fare di più, perché queste organizzazioni criminali stanno riproponendo, sotto altre forme, una schiavitù che questa Assemblea, in altri tempi, ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente. Non si torna indietro”, ha dichiarato Meloni nel corso del suo intervento all’Onu.
“L’aggressione russa all’Ucraina ha un effetto domino le cui conseguenze sono pagate dai più deboli”, ha detto Meloni. “Non possiamo voltarci dall’altra parte sull’ Ucraina”, ha aggiunto.
Rispondendo alle domande della stampa italiana a New York, Meloni ha poi dichiarato che “sul Libano la grande sfida è arrivare in qualche maniera ad un cessate il fuoco, ad una de-escalation”. “Penso che ovviamente Israele abbia pur sempre il diritto a difendersi ma che una guerra su larga scala non convenga a nessuno. Quindi stiamo continuando a passare i nostri messaggi di moderazione, stiamo lavorando come sempre con i nostri alleati, anche come presidenti del G7, e con loro dobbiamo valutare le iniziative da portare avanti ma ci sono delle interlocuzioni che si stanno muovendo, ovviamente partendo sempre dalla necessità di fare tutti qualche passo indietro”, ha proseguito Meloni.
Non è mancata una parentesi sulla raccolta delle firme per il referendum sulla cittadinanza. “Ritengo che 10 anni siano un tempo congruo per la cittadinanza e che l’Italia abbia una ottima legge. Non vedo quindi la necessità di cambiarla”. Poi se ci sarà il referendum, “questa è la democrazia”, ha aggiunto.
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