La premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto un incontro bilaterale al termine della prima giornata del Consiglio Ue. Il faccia a faccia, durato un’ora e quaranta, ha rappresentato il primo dialogo tra i due leader dall’inasprimento dei rapporti tra la Francia e l’Italia, avvenuto lo scorso novembre a causa di punti di vista differenti sulla gestione dei flussi migratori. Proprio l’immigrazione è stato uno dei temi centrali del meeting, anche se non certo l’unico. Meloni e Macron hanno parlato anche del sostegno all’Ucraina, della politica industriale europea, dell’energia e della riforma del Patto di stabilità e crescita.
L’incontro si è svolto in uno dei piani superiori dell’hotel Amigo a Bruxelles, dove entrambi i leader stanno alloggiando in questi giorni. Per una pura coincidenza, anche Olaf Scholz, il cancelliere tedesco, ha scelto di pernottare nella struttura e dopo il Consiglio Ue si è riunito con il suo staff nel bar dell’albergo. Fonti dell’Eliseo riferiscono che il bilaterale tra Meloni e Macron “è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione l’industria e lo spazio”. I portavoce hanno poi riferito che i leader hanno parlato anche della “necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per assicurare la decarbonizzazione delle loro economie”. Macron e Meloni “hanno ribadito la loro determinazione a sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione russa e hanno accolto con favore l’accordo raggiunto per fornire agli ucraini le munizioni e i missili di cui hanno bisogno grazie all’industria europea”, hanno aggiunto fonti dell’Eliseo.
Nel corso della prima giornata del Consiglio Ue, Meloni ha affrontato la questione dei flussi migratori con gli altri leader europei, attirando l’attenzione sugli equilibri delicati presenti in Tunisia e sulla triplicazione degli sbarchi in Italia rispetto al 2022. La premier ha sottolineato che se questo trend dovesse continuare, si arriverebbe ad avere tra le mani una situazione ingestibile nei mesi estivi. Si è concentrata, in particolare, sul rischio che arrivino 900mila migranti, un numero che l’Italia non sarebbe in grado di accogliere. Ha proposto, quindi, un rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e transito dei migranti, oltre a misure concrete contro i trafficanti, l’offerta di maggiori possibilità di ingressi legali, il rafforzamento dell’attività Sar e l’avanzamento del lavoro sui rimpatri. Inoltre, ha spinto affinché sia approvato il prestito del Fondo Monetario Internazionale per Tunisi.
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