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In attesa di capire come il Senato della Repubblica si esprimerà sulla fiducia o meno al Governo Conte II, l’opposizione ribadisce la posizione annunciata alla vigilia, contraria a proseguire con l’esecutivo attualmente in carica. E Matteo Salvini ha lanciato una pesante accusa prima di entrare in Aula: “C’è uno squallido balletto di compravendite di senatori. Mancano rimborsi alle imprese, vaccini, autobus, insegnanti e questi vanno a caccia di senatori di notte. Scene imbarazzanti. Paese in crisi e loro pensano ai senatori in vita che vanno e vengono da convincere a suon di poltrone”.
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“L’Italia è il Paese con più morti e danni economici ma per qualcuno il pericolo sono i sovranisti o gli alieni – ha aggiunto il leader della Lega –. Se la stanno cantando e suonando da soli. Noi ci saremmo occupati di altro. Sono preoccupato perchè i governatori stanno fermando i piani di vaccinazione, ho sentito gli studenti e gli insegnanti, e anche i rappresentanti delle imprese che non hanno visto un euro. Scuola, lavoro, e salute sono i punti importanti, ma siamo qui a parlare di Mastella, se arriva o no arriva il senatore a vita o l’eletto all’estero. È squallido. L’Italia vera è fuori da questo palazzo”.
All’esplicita domanda sulle intenzioni dell’opposizione, Salvini ha risposto: “A me va bene tutto purchè l’Italia riparta, le elezioni ci sono in mezza Europa. Dei toni e della forma mi interessa zero. È passato un anno e mezzo, lascio giudicare a chi ci guarda se abbiamo fatto un passo avanti”.
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A confermare le perplessità di Salvini è la collega di partito in Senato Giulia Bongiorno: “Io credo che sia necessario vedere se ci sono i numeri. Il problema, però, è che la maggioranza politicamente non c’è più. Lo scenario più limpido è il voto perchè non se ne può più di queste maggioranze raccogliticce”.
“Una maggioranza che si coagula intorno a cosa poi? Governare significa affrontare i problemi – ha ribadito l’avvocatessa siciliana -. Io credo che ci siano i numeri per un governo di centrodestra. Per ora mi interessa dire che non si deve a tutti i costi andare avanti ma si deve cercare di fare il bene di tutti. Le maggioranze-sabbia non ci servono. Centrodestra diviso? A me sembra si sia rafforzato. Ci aspettiamo compattezza ma ora parliamo di programmi”.
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Il fronte della maggioranza è, quindi, tutto da verificare con la votazione di quest’oggi. Il partito con più rappresentanti in entrambe le Camere, il Movimento 5 stelle, prova comunque a fare quadrato: “Non è una questione di numeri, sono ottimista, la situazione è complicata ma sono fiducioso – ha dichiarato Gianluca Perilli, senatore M5s, al suo ingresso a Palazzo Madama -. Non entro nel pallottoliere, faremo dei discorsi, ci sarà un dibattito e su quello conteremo i voti”.
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A fare la differenza, nell’importante votazione a Palazzo Madama, potrebbero essere i partiti più piccoli. Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa), il parlamentare con più esperienza tra quelli attualmente in carica, ha precisato in tal senso: “Non è il problema di vincere o perdere in Parlamento, credo che il governo avrà i numeri ma ciò che conta sono i numeri nel Paese. Un governo che doveva rafforzarsi, allargarsi, ne esce indebolito e questo mi preoccupa”.
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L’eco della crisi di governo fa paura anche alle Regioni. Da Torino, il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha espresso i suoi timori per le possibili conseguenze a livello di autonomie ed enti locali. “Io sto pensando ai tamponi rapidi e ai vaccini, se chiamo i ministri Speranza o Boccia non è per chiedere che fine fa il governo ma le consegne o i colori delle Regioni – ha detto -. La crisi di Governo, in questo momento, è qualcosa di cui il Paese poteva fare a meno, questo è il pensiero del cittadino Cirio”.
“I problemi del Paese sono altri, non il pallottoliere o la conta dei numeri – ha aggiunto il presidente piemontese –. Io non avrei votato la fiducia, faccio il presidente di Regione, credo che il Governo debba avere la fiducia degli elettori. Non mi piacciono i trasformismi, faccio parte della coalizione all’opposizione quindi avrei seguito quella posizione. Non si doveva arrivare a questo momento. Purtroppo ci si dimentica spesso, nei palazzi di Roma, che i problemi della gente sono altri”.
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