Con la definitiva ammissione di Matteo Salvini, insieme a quelle di PD e Movimento 5 Stelle, diventa ufficiale la richiesta di centrodestra e centrosinistra a Sergio Mattarella di tornare al Quirinale per un secondo mandato da Presidente della Repubblica. E ora fa effetto riascoltare ciò che il Capo dello Stato uscente (e rientrante) disse il 31 dicembre 2021. In quello che doveva essere il suo discorso di fine anno, ma anche di commiato dalla carica.
Mattarella un mese fa: “Tra pochi giorni termina il mio ruolo”
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“Ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che tra pochi giochi si concluderà il mio ruolo di presidente“, disse Sergio Mattarella, durante il tradizionale discorso di fine anno e l’ultimo del suo settennato. All’epoca, meno di un mese fa, ancora non si sospettava che il suo nome tornasse prepotentemente per il Quirinale.
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Mattarella, il 31 dicembre, spiegò anche quali compiti fossero indispensabili per salire al Quirinale. “Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme – rimarcò –. Di ciò su cui si fonda la Repubblica. Credo che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta due esigenze di fondo. Spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che deve trasmettere integri al suo successore“.
L’addio (a tempo) al Quirinale
Mattarella aggiunse parole che certificavano quello che appariva un addio al Quirinale. “Non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere – disse nel discorso di fine anno da presidente della Repubblica –. Quel che desidero dirvi è che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale. È la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini“.
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Ancora più chiare furono le parole pronunciate addirittura poco più di una settimana fa. “Colgo l’occasione per ripetere a distanza di pochi giorni gli auguri più intensi al Consiglio Superiore della Magistratura e a ciascuno dei suoi membri per l’attività che svolgerà con la presidenza di un nuovo capo dello Stato“. Sergio Mattarella pronunciò queste parole alla seduta del Plenum del Csm, che ha confermato Pietro Curzio e Margherita Cassano ai vertici della Cassazione. Nulla lasciava presagire una sua conferma al Quirinale.