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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto la laurea magistrale ad honorem in Relazioni internazionali ed europee da parte dell’Università di Parma. In platea anche i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, e del Lavoro, Andrea Orlando. La cerimonia ha avuto luogo nella Chiesa di San Francesco del Prato. E qui il capo dello Stato, nel suo discorso, ha voluto ribadire l’importanza di scuola, scienza, università e ricerca.
“È bene fare tesoro degli insegnamenti tratti in questi due anni difficili. Siamo stati costretti ad affrontare lutti, sofferenze, pesanti limitazioni – ha ricordato Mattarella –. La dura crisi che ne è scaturita condiziona ancora l’economia e gli equilibri sociali. Ma abbiamo compreso quale valore abbiano la conoscenza scientifica, la professionalità degli operatori, la coesione sociale. La risposta comune che viene dal senso civico e dalla coscienza di un destino condiviso. Abbiamo compreso ciò oltre ogni ragionevole dubbio“.
Mattarella ha quindi auspicato un importante rilancio dei nostri atenei. “L’Italia – ha sottolineato – presenta un grande paradosso. Siamo la nazione che ha dato origine, forza e continuità all’idea di università ma il nostro Paese si trova in coda, purtroppo, per numero di laureati, per investimenti. Sta a noi utilizzare anche le disponibilità del Piano di ripartenza per dare maggior forza alle università e renderle ancor più una risorsa essenziale per lo sviluppo del Paese“.
“L’Unione europea – ha quindi aggiunto Mattarella – ha compiuto una svolta in questi mesi, sin dalle prime fasi della pandemia e poi culminata con il Next Generation EU. Ha mutato i paradigmi che avevano condizionato le politiche continentali nelle precedenti crisi degli anni Duemila, penalizzando fortemente i Paesi più deboli. Questa è stata una vera e propria lezione per la Ue“.
Mattarella ha quindi elogiato l’Unione europea, “che ha sollecitato una visione lungimirante. Far diventare questo Piano la spina dorsale di una più solida e più equa integrazione. Si tratta di un salto di qualità, capace di rafforzare i legami già esistenti tra i popoli e gli Stati dell’Unione“.
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