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POLITICA

Manovra 2025: bonus bebè, casa, pensioni, contributo banche, accise. Ecco tutte le novità

Scopri le novità della Manovra 2025: conferma del bonus bebè e casa, riforma delle pensioni, contributi straordinari per banche, revisione delle accise e taglio del cuneo fiscale

Il disegno di legge di Bilancio per il 2025 del governo italiano si focalizza su misure economiche per un totale di circa 30 miliardi di euro, con l’obiettivo di rispettare le nuove normative europee in materia di gestione del bilancio pubblico e razionalizzare la spesa. Martedì sera il Consiglio dei ministri ha affrontato il tema della manovra, discutendo anche di un decreto per la revisione delle accise sui carburanti, e ha approvato il Documento programmatico di Bilancio, che sarà inviato alla Commissione Europea. La manovra riflette le nuove regole UE, che hanno sostituito il Patto di stabilità, e prevede un controllo stringente sulla spesa pubblica, con sacrifici richiesti ai ministeri per mantenere gli impegni fiscali.

Manovra 2025: misure principali e obiettivi

Il piano per il 2025 è strutturato per gestire una parte del finanziamento, circa 9 miliardi di euro, attraverso il deficit, mentre la restante parte sarà coperta da nuove entrate, derivanti da un aumento delle imposte sulle banche e sulle assicurazioni e da una spending review che prevede tagli e risparmi mirati nella gestione delle spese.

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La manovra comprende diversi provvedimenti per sostenere le famiglie, le imprese e il lavoro, con un’attenzione particolare alla riduzione delle imposte per i redditi medio-bassi e all’incentivazione della natalità.

Dal 2025 sarà introdotto un nuovo meccanismo di detrazioni fiscali suddiviso in tre fasce basate sul reddito familiare e sul numero di figli a carico. Questa novità mira a rendere il sistema fiscale più equo, garantendo maggiore supporto alle famiglie numerose. Tra le misure previste vi è la conferma del bonus mamma, del bonus bebè, e l’aumento dei fringe benefit per il welfare aziendale, destinati ai lavoratori con figli. Inoltre, verranno potenziati i congedi parentali, che garantiranno un’indennità pari all’80% della retribuzione per sostenere i neo-genitori.

Sul fronte fiscale, il governo intende ridurre le aliquote Irpef, passando da quattro a tre fasce, in modo da alleggerire il carico fiscale per i redditi medio-bassi. Parallelamente, il taglio del cuneo fiscale sarà reso una misura strutturale, con un aumento di circa 100 euro mensili nelle buste paga per i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro lordi annui. Questa agevolazione, che inizialmente doveva scadere il 31 dicembre 2024, sarà prorogata per almeno cinque anni.

Per evitare disuguaglianze derivanti dall’attuale meccanismo di sgravio, che può creare un effetto “scalone” tra chi guadagna poco più o poco meno di 35.000 euro, il governo sta studiando una riduzione graduale del beneficio fino a 40.000 euro di reddito. Inoltre, la natura del taglio cambierà: non sarà più applicato ai contributi previdenziali (che attualmente arrivano fino a 7 punti percentuali) per i redditi più alti, ma si tradurrà in una detrazione fiscale per i lavoratori dipendenti, mantenendo così l’equilibrio nei contributi Inps.

La legge di Bilancio prevede anche modifiche sostanziali al sistema pensionistico. Dal 2025 sarà ripristinato il meccanismo di perequazione previsto dalla legge 388 del 2000, che divide l’adeguamento delle pensioni in base all’inflazione in tre fasce: al 100% per importi fino a quattro volte il minimo, al 90% per le pensioni tra quattro e cinque volte il minimo, e al 75% per importi superiori. Verranno inoltre mantenuti i canali straordinari per il pensionamento anticipato, come Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, con le restrizioni già previste. Saranno confermati anche i bonus per chi ritarda il pensionamento e misure per favorire la previdenza complementare, con un nuovo semestre di “silenzio-assenso” per il trasferimento del Tfr ai fondi pensionistici.

In Parlamento si discuterà di un possibile aumento delle pensioni minime, sebbene questa misura debba ancora essere definita nei dettagli.

Il sostegno alla natalità è una delle priorità dichiarate del governo. Sarà lanciata una nuova “Carta per i nuovi nati”, che prevede un bonus di 1.000 euro per ogni bambino nato, destinato alle famiglie con un Isee fino a 40.000 euro. Verranno confermate le agevolazioni per i congedi parentali e il bonus asilo nido, e le somme legate all’assegno unico saranno escluse dal computo dell’Isee per migliorare l’accesso alle prestazioni.

Inoltre, sarà rifinanziata con ulteriori 500 milioni di euro la carta prepagata “dedicata a te” per l’acquisto di beni di prima necessità, garantendo supporto ai nuclei familiari in difficoltà. Il governo ha anche deciso di estendere gli incentivi per l’assunzione di giovani e donne nel Sud Italia, nel tentativo di stimolare l’occupazione in una delle aree più svantaggiate del Paese.

Con le nuove regole europee, il governo deve mantenere un rigido controllo sulla spesa pubblica, limitando la crescita annua all’1,5% in termini nominali. Considerando l’inflazione, ciò significa che la spesa dovrà rimanere stabile in termini reali. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha richiesto sacrifici ai ministeri, prevedendo un taglio lineare del 5% delle spese, ad eccezione della sanità.

Nel settore sanitario, non sono previsti tagli, anzi, il governo ha stanziato 3,5 miliardi di euro per migliorare la qualità dei servizi e ridurre le liste d’attesa, assumendo più medici e infermieri. Questi fondi sosterranno anche il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, allineandoli alla crescita del Pil nominale. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha proposto anche la defiscalizzazione delle indennità specifiche per il personale sanitario, un intervento volto a incentivare la permanenza dei professionisti nel Servizio Sanitario Nazionale.

Una delle novità più rilevanti è il decreto legislativo per la revisione delle accise, che interesserà i prodotti alcolici e i tabacchi. Tuttavia, non si procederà immediatamente con l’armonizzazione delle accise sui carburanti, come richiesto dalle direttive europee. Il governo prevede un aumento graduale delle accise sul diesel, che cresceranno di 5 centesimi nei prossimi cinque anni, ma ha assicurato che non ci saranno ripercussioni per il settore dell’autotrasporto.

Un altro intervento riguarda l’introduzione di una nuova accisa sull’alcol etilico derivante dai trattamenti per ridurre la gradazione alcolica del vino, una misura volta a razionalizzare il sistema fiscale nel settore delle bevande alcoliche.

Per quanto riguarda le agevolazioni edilizie, il bonus ristrutturazioni sarà mantenuto al 50% anche per il 2025, evitando così la riduzione prevista al 36%. La detrazione sarà spalmata su dieci anni e sarà valida solo per le prime case, mentre per le seconde case l’aliquota scenderà al 36%. Inoltre, il governo intende aggiornare le rendite catastali per gli edifici che hanno usufruito del Superbonus e condurre un’indagine sulle cosiddette case fantasma, ovvero gli immobili non registrati al Catasto.

Infine, il governo sta preparando un incremento significativo della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute, portando l’aliquota dal 26% al 42%. Questa nuova misura fiscale colpirà i guadagni derivanti dalla compravendita di criptovalute come il bitcoin, con l’obiettivo di aumentare le entrate fiscali e scoraggiare la speculazione.

La manovra di bilancio per il 2025 rappresenta un delicato equilibrio tra rigore fiscale e misure di sostegno economico, con l’intento di rispettare i vincoli europei e, allo stesso tempo, promuovere la crescita e l’inclusione sociale. Tuttavia, molti dettagli delle misure dovranno essere definiti con il testo finale della legge, che sarà oggetto di discussioni e possibili modifiche in Parlamento.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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