Per chi non lo sapesse, il canepardo è una creatura che si vorrebbe somigliante a un leopardo, ma con l’indole socievole di un cane
Negli ultimi tempi, la curiosità attorno al presunto canepardo ha raggiunto vette inaspettate, generando un vero e proprio boom di ricerche su Google. Ma cosa si nasconde dietro questa curiosità? Per chi non lo sapesse, il canepardo è una creatura che si vorrebbe somigliante a un leopardo, ma con l’indole socievole di un cane. Tuttavia, dopo un’attenta analisi, possiamo affermare con certezza che il canepardo, come incrocio tra un cane e un leopardo, non esiste.
Il fenomeno del canepardo “Nonsichiama”
Il caso ha preso piede grazie a un cane femmina, diventato famoso sui social media per “merito” del suo proprietario, Luca Scazzi, un barbiere che ha deciso di tingere il suo animale per farlo sembrare un leopardo. Sotto il nome di “Nonsichiama”, il profilo social del cane ha catalizzato l’attenzione, attirando l’interesse di molti curiosi e di chi ama gli animali. Scazzi ha pubblicato una serie di video e fotografie del suo “canepardo”, affermando con convinzione che si trattasse di un incrocio tra un cane e un leopardo.
Questa ingegnosa mossa ha suscitato sia ilarità che indignazione, ma in realtà è una chiara presa in giro, che ricalca l’ormai noto caso del cane “GQ”, un altro animale che ha fatto parlare di sé per il suo aspetto particolare. La questione ha sollevato interrogativi riguardo la verità dietro alla rappresentazione di questo canepardo e ha messo in luce come la creatività e la fantasia possano spesso superare la realtà.
Artistic Grooming: una tendenza controversa
Dopo aver chiarito che il canepardo non è altro che un cane tinto, è fondamentale porre l’accento su un fenomeno emergente: l’Artistic Grooming. Questa pratica, che consiste nel colorare i cani e modellare il loro pelo in forme artistiche e creative, ha guadagnato popolarità negli ultimi anni. Sebbene molti considerino questa attività un modo per esprimere creatività e divertimento, ci si deve interrogare sui potenziali rischi e sui comportamenti che possono risultare dannosi per gli animali.
La legge italiana è chiara in merito: chi provoca crudeltà o maltrattamenti a un animale può incorrere in sanzioni penali. Nonostante ciò, il dibattito su ciò che costituisce maltrattamento è complesso e soggettivo. Nel caso di Nonsichiama, ci sono stati dei video in cui la pelle del “canepardo” appare in condizioni discutibili. Tuttavia, non è possibile stabilire con certezza se le tinte utilizzate abbiano avuto un impatto sulla salute del cane.
La questione del benessere animale
Uno dei punti più controversi riguarda il benessere degli animali sottoposti a queste pratiche di grooming. È importante capire come riconoscere se un cane prova piacere o disagio durante queste sessioni di toelettatura. L’entusiasmo e la fiducia che gli animali ripongono nei loro proprietari possono facilmente trarre in inganno. Il semplice fatto che un cane si lasci colorare non implica necessariamente che si stia divertendo.
Ci sono segnali che possono indicare un disagio:
- Tira le orecchie all’indietro
- Si lecca il muso
- Sbadiglia ripetutamente
- Si gratta
Questi comportamenti comunicano che non si sente a proprio agio. È cruciale essere in grado di leggere questi segnali e comprendere le necessità dell’animale, piuttosto che proiettare su di esso le nostre aspettative estetiche.
L’importanza del pelo per i cani
A differenza degli esseri umani, per i quali i capelli hanno principalmente una funzione estetica, il pelo dei cani serve scopi ben più importanti. Ha un ruolo fondamentale nella termoregolazione e nella protezione della pelle. Colorare o rasare il pelo di un cane può compromettere il suo equilibrio naturale e la sua capacità di proteggersi dagli agenti esterni.
La società spesso tende a dimenticare che i nostri amici a quattro zampe hanno esigenze specifiche legate alla loro biologia e comportamento. Lasciare che i cani siano se stessi e che vivano secondo la loro natura dovrebbe essere la priorità di ogni proprietario responsabile. La vera bellezza di un cane risiede nella sua naturalezza, non in una colorazione artificiale che cerca di imitare un felino selvatico.
In conclusione, la pratica del grooming artistico solleva interrogativi etici significativi. È fondamentale che i proprietari di cani si pongano delle domande riguardo le motivazioni dietro queste scelte. La necessità di apparire unici o di seguire le mode sociali non dovrebbe mai prevalere sul benessere dell’animale. La fiducia che i cani ripongono nei loro umani implica una grande responsabilità. I proprietari devono garantire che le attività a cui sottopongono i loro animali siano in linea con le loro necessità e il loro benessere.
La questione del canepardo è solo un esempio di come le tendenze sociali possano influenzare le scelte riguardanti gli animali domestici. In un mondo in cui l’immagine e la creatività sono spesso anteposte alla sostanza, è essenziale ricordare che il vero amore verso i nostri animali si traduce nel rispetto delle loro esigenze e della loro natura.