Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, spiega in un’intervista al Corriere della sera i motivi per cui ieri ha firmato l’ordinanza che trasforma l’intero territorio che amministra in zona arancione rinforzata. “Dobbiamo essere consapevoli che i rischi sono seri”. E a chi dice che la chiusura delle scuole avrebbe dovuto essere l’ultima decisione da prendere, poi, risponde che “la variante inglese attacca in modo grave anche i giovani, le scuole sono potenziali – e magari concreti – focolai”. “Io sono tra chi ha sempre sostenuto l’apertura delle scuole. E peraltro su questo sono anche stato attaccato, come quasi tutti i governatori in Italia. Però dobbiamo rendercene conto: le scuole sono davvero un punto sensibile”.
Fontana esprime poi grande preoccupazione. “La decisione dell’ordinanza è stata presa sulla base della relazione del nostro comitato indicatori. Dice a chiare lettere che ci sono una serie di elementi che allarmano e su cui è opportuno intervenire urgentemente. E appunto, che adesso il virus contagia anche i giovani che prima sembravano esenti. E poi abbiamo scoperto di questa variante nigeriana che sarebbe indifferente alle vaccinazioni. Noi su questa non abbiamo notizie specifiche ma, come le dicevo, il punto è non farsi prendere in contropiede. Cercare di stare davanti al virus”.
Alla domanda se fosse stato troppo tardi lunedì, il presidente della Regione Lombardia risponde: “I dati ci sono arrivati mercoledì alle 22. Poi, il tempo minimo per valutarli e ieri mattina ho dovuto firmare l’ordinanza. Purtroppo questo è un virus che ha andamenti da cui non possiamo farci sorprendere. Del resto, è un fatto che ho condiviso con il ministro alla Sanità Roberto Speranza: anche lui è d’accordo sul fatto che in una situazione come quella italiana, anche 24 ore siano importanti”. Tuttavia, chi protesta non ha tutti torti. “Comprendo benissimo che una cosa di questo genere crea disagi e sono il primo a dispiacermene”, afferma Fontana. “Però, se c’è una cosa che abbiamo imparato è che dobbiamo a tutti i costi cercare di anticipare i contagi e l’andamento dell’epidemia. Dobbiamo essere in qualche modo proattivi”.
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