Sono state le prime due regioni colpite duramente dal Coronavirus alla fine dello scorso inverno e ora potrebbero andare verso un lockdown locale. La Lombardia e il Veneto aspettano le decisioni delle prossime ore del governo, con il quale procede incessantemente il dialogo. “Ad oggi lato Regione Lombardia non si ipotizza nemmeno lontanamente di andare verso un lockdown stile marzo e aprile e io lo condivido”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in Consiglio comunale, riferendo all’aula della riunione che si era conclusa da poco con la Regione Lombardia e i sindaci lombardi sull’emergenza Covid.
Lockdown, l’appello dell’ordine dei medici di Milano
Di avviso decisamente opposto è il presidente dell’ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, che in una nota si rivolge alle autorità chiedendo di “fare presto“. “La situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace“. È l’appello dell’Omceo. “Non esistono piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se inoltre non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il proprio lavoro”.
Zaia: “Pronti a restrizioni, ma non sulle attività produttive”
“Siamo pronti a dar corso a tutte le restrizioni ma non per le attività produttive“. Lo ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo la riunione in videoconferenza con il governo. “Mi sembra di capire che a Roma aspettano la discussione in Parlamento, poi prima di notte ci sarà una nuova convocazione di comuni, province e Regioni, dopodiché cercheremo di capire quale sarà la proposta del governo. In questo momento non intravvediamo soluzioni con lockdown stile marzo, non ci sono i presupposti”.