Sui siti ufficiali del Senato e della Camera dei deputati è possibile consultare i resoconti di ciascuna seduta, nei quali sono riportati anche gli esiti delle votazioni effettuate, con tanto di tabelle nelle quali sono riportate le decisioni di ciascun parlamentare. Ogni tanto consultandole è possibile imbattersi in alcuni risultati sorprendenti, soprattutto considerando la storia personale di chi ha fatto una determinata scelta. La seduta del 26 luglio ha regalato una di queste sorprese: durante la votazione per il riconoscimento dell’Holodomor come genocidio, quattro deputati di Alleanza Verdi Sinistra, tra cui anche Ilaria Cucchi, hanno scelto di astenersi.
Sorprende che una persona come Ilaria Cucchi, da sempre attenta al tema della violazione dei diritti umani, abbia scelto di non prendere posizione su un tema che, sulla carta, sembra molto vicino alle battaglie che ha portato avanti nel corso degli anni. D’altronde, nell’ultimo messaggio che ha pubblicato su Twitter, risalente al 13 settembre 2022, si può leggere quanto segue: “Chiediamo che sia fatta piena luce sui gravissimi fatti avvenuti il 25 luglio nella casa Hasib Omerici-Sejdovic alla presenza delle forze dell’ordine. Io terrò gli occhi beni aperti su tutte le violazioni dei diritti umani”. Quella dell’Holodomor è stata una clamorosa violazione dei diritti umani. Il termine indica lo “sterminio per fame” e fu proprio attraverso la spietata requisizione delle risorse agricole che il dittatore Iosif Stalin portò alla morte per inedia milioni di persone, soprattutto nelle regioni di Poltava, Sumy, Kharkiv, Cherkasy, Kyiv e Zhytomyr.
Oltre a Ilaria Cucchi, anche altri tre esponenti di Alleanza Verdi Sinistra si sono astenuti dalla votazione: Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Celestino Magni. Al momento non sono note le motivazioni della scelta.
Ha fatto ancora più scalpore la decisione di Azione e di Italia Viva di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. In questo caso sarebbe improprio parlare di astensioni, perché i due partiti hanno scelto fin dall’inizio di non essere coinvolti nella votazione, dimostrando scarsa unità con il resto dell’opposizione. “Santanchè si deve dimettere, è una questione di etica pubblica, ma fare una mozione di sfiducia sapendo di perdere può solo aiutare Meloni a tenere Santanchè e quindi diventa solo un fatto di marketing”, ha spiegato Carlo Calenda, il segretario di Azione.
Un’altra votazione sulla quale Italia Viva e Azione si sono dimostrare poco coese con gli altri partiti di opposizione è stata quella relativa alla proposta di legge che mira a rendere la maternità surrogata un reato universale. Le due forze politiche hanno lasciato liberi i propri deputati di esprimere la propria preferenza. Cinque di loro, tra cui Ettore Rosato (di Italia Viva) e Mara Carfagna (di Azione), si sono espressi a favore della mozione, andando in controtendenza rispetto a buona parte dei loro colleghi. Altri quattro esponenti del gruppo parlamentare hanno scelto di astenersi dalla votazione. Su Facebook, Carfagna ha spiegato che “la gestazione per altri ha generato e genera un mercato globale in cui le donne sono la materia prima e bambini vengono trattati come qualcosa di cui si può disporre”.
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