Maurizio Landini ai margini dell’evento di presentazione del libro di Pasquale Tridico ha dichiarato quanto segue: “Superare le politiche dell’austerità impegna tutte le organizzazioni a mobilitarsi. Bisogna mettere al centro l’aumento dei salari, non tornare al patto di stabilità. Occorre costruire un Europa sociale. Questo rafforza la nostra volontà di cambiare le leggi sbagliate. Ritengo necessario continuare la mobilitazione sino a che non vedremo dei risultati. Dall’agenda indicata dal governo mancano molti temi, per quanto ci riguarda la mobilitazione deve proseguire ed allargarsi non solo a dipendenti e pensionati, ma tutti i cittadini che vogliono affermare i propri diritti. Dalle piazze arriva una domanda: proseguire sino ai risultati. E io non ne vedo. Il governo prosegue su una via non accettabile per noi. C’è bisogno di allagare il fronte al diritto alla salute, all’abitare, all’istruzione. Ritengo necessario cambiare modello basato sulla precarietà“.
Il segretario generale della Cgil ha poi parlato delle pensioni. “Per avere una pensione occorre un lavoro non precario. Bisogna alzare i salari e riformare il fisco. La ricchezza va ridistribuita. Va messo mano anche al sistema pensionistico che penalizza donne e giovani e non fa alcuna differenza sul tipo di lavoro che le persone svolgono. La legislazione è folle, occorre cambiare alcune leggi opposte ai principi e ai valori della Costituzione. Il lavoro deve permettere alle persone di vivere dignitosamente, occorre battersi con i mezzi a disposizione“.
Infine, Landini ha affrontato il tema delle morti sul lavoro. “I cinque morti di ieri confermano una media di tre decessi al giorno. Inaccettabile. Molti di quelli che perdono la vita sono precari. Un morto era al suo primo giorno di lavoro. Questo dà l’idea di come agire su prevenzione, conoscenza, formazione e funzioni ispettive mentre questo governo taglia sugli ispettori, sulla formazione e sulla spesa sanitaria pubblica. Al lavoro si entra formati, non si va senza tutele. Sicurezza e salute sono diritti inalienabili, non solo nel lavoro ma anche nella quotidianità. Molti non sono in gradi di curarsi e il Governo ha annunciato una ulteriore riduzione della spesa pubblica per la Sanità. Non siamo disposti ad accettarlo. Mobilitazione generale? Non decido da solo, prenderemo insieme le decisioni generali, con le altre sigle saremo insieme a Palazzo Chigi e poi si deciderà come proseguire“.
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