In Liguria, la giornata di voto per l’elezione del presidente della Regione si svolge con l’incognita del maltempo. È stata emessa un’allerta arancione in diverse aree della regione, e le abbondanti piogge potrebbero influire sulla partecipazione degli elettori.
Oggi, i seggi sono aperti dalle 7 alle 23, mentre domani l’orario di chiusura è previsto per le 15. La partecipazione è uno dei fattori chiave in questo appuntamento elettorale, soprattutto considerando che quattro anni fa l’affluenza si era fermata al 53,42%. Oggi, il maltempo e le condizioni avverse potrebbero scoraggiare gli elettori, ma resta da vedere se il richiamo al dovere civico da parte dei candidati sarà sufficiente a farli partecipare in massa nonostante le difficoltà.
Questa elezione regionale ha una valenza che supera i confini territoriali. Appena 48 ore prima del voto, i principali leader nazionali dei due principali schieramenti politici si sono recati a Genova per dare il proprio sostegno ai candidati. Lo scenario politico regionale, infatti, ha un peso importante anche a livello nazionale, specialmente in un momento in cui l’equilibrio politico in Liguria è considerato cruciale.
La scelta del successore di Giovanni Toti, che ha lasciato la scena politica regionale a seguito di un’inchiesta giudiziaria conclusasi con una proposta di patteggiamento, diventa dunque una partita in cui centrodestra e centrosinistra cercano di consolidare o riconquistare una posizione importante in una regione strategica.
I candidati in corsa sono nove: Alessandro Rosson, Davide Felice, Francesco Toscano, Marco Giuseppe Ferrando, Nicola Rollando, Maria Antonietta Cella, Nicola Morra, Marco Bucci e Andrea Orlando. Di questi, Bucci e Orlando sono visti come i principali contendenti, sostenuti rispettivamente dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.
Bucci, attuale sindaco di Genova, si presenta come il candidato della continuità, basando la sua campagna sui successi ottenuti in termini di opere pubbliche realizzate e nuovi progetti di sviluppo per la regione. Promette investimenti per 18 miliardi di euro, risorse che sostiene potrebbero essere perse in caso di mancata vittoria del centrodestra.
La competizione per il centrodestra è particolarmente rilevante in quanto potrebbe rappresentare un inizio favorevole per una serie di elezioni regionali consecutive, che coinvolgeranno a novembre anche Emilia-Romagna e Umbria. Per il centrodestra, la vittoria in Liguria sarebbe un segnale positivo, soprattutto dopo le preoccupazioni legate alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto Toti.
Il centrosinistra, dal canto suo, cerca una rivincita in una regione che storicamente è stata roccaforte della sinistra, ma che da nove anni è passata sotto la guida di coalizioni di centrodestra. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha dichiarato con fiducia che “questa è la volta buona” per riportare la regione alla sinistra.
Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, è il candidato che rappresenta il “campo largo” voluto dal centrosinistra, che include una vasta coalizione composta dal PD, dal Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e da Azione. Tuttavia, la coalizione non include i renziani, a causa del veto imposto dai 5 Stelle. Orlando si presenta con lo slogan “Mettiamo fine a questo sistema di potere”, indicando un forte desiderio di cambiamento e di rinnovamento delle politiche regionali.
Rispetto a quattro anni fa, il numero dei candidati è sceso da dieci a nove. Nel 2019, Giovanni Toti aveva ottenuto una vittoria schiacciante con il 56,13% dei voti contro il 38,90% di Ferruccio Sansa. Quest’anno, tuttavia, le previsioni indicano che la competizione è molto più aperta, e che l’esito potrebbe essere incerto fino all’ultimo voto. Questo rende la situazione attuale particolarmente interessante dal punto di vista politico e promette di riservare delle sorprese.
I seggi elettorali sono stati riaperti questa mattina, e resteranno accessibili agli elettori fino alle 15 di domani. Nella prima giornata di voto, secondo i dati rilasciati dal Ministero dell’Interno, l’affluenza è stata del 34,68% alle 23, un dato che offre alcune indicazioni sulla partecipazione, ma che rimane comunque inferiore rispetto a quello di altre elezioni. Il fattore maltempo, con l’allerta arancione che potrebbe rendere difficoltoso l’accesso ai seggi soprattutto nelle aree più colpite, continua a rappresentare un’incognita fino alla chiusura delle urne.
Indipendentemente dall’esito finale, queste elezioni rappresentano un momento cruciale per la Liguria. Il risultato della competizione potrebbe influenzare non solo il futuro della regione, ma anche il quadro politico nazionale.
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