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La didattica a distanza “non può più funzionare”. A dirlo, nel corso di un intervento a “Tutti in classe” su Rai Radio 1 è stata la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. “A marzo scorso sono stata io a volere la didattica a distanza. Si tratta però di uno strumento che va bene solo per qualche settimana o per qualche mese. È evidente che non può più funzionare. I ragazzi sono arrabbiati e disorientati e io sono preoccupata come ministro per il deflagrare della dispersione scolastica”. Azzolina ha anche spiegato che “gli studenti hanno bisogno di dare sfogo alla loro socialità. Tanto vale che lo facciano all’interno della loro classe”.
“È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazioni. La scuola è un diritto costituzionale”, ha aggiunto Azzolina. “Nelle Regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa, ma i costi sono altissimi”, ha poi sottolineato la ministra dell’Istruzione. Parlando del rischio di contagio nelle scuole, Azzolina ha detto che è molto basso, come “testimoniano gli studi italiani ed europei”. “La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare. Chiedo a tutti di non trattare la scuola in modo diverso rispetto alle attività produttive”.
In vista della maturità, il ministero dell’Istruzione ha chiesto agli studenti di inviare le loro proposte. “Lo scorso anno ci hanno presentato delle proposte ragionevoli”, ha spiegato Azzolina. Per quanto riguarda la data dell’esame, la ministra ha sottolineato che verrà presa una decisione a breve, per dare almeno una certezza agli studenti. Parlando, invece, del concorso straordinario, Azzolina ha sottolineato che riprenderà il prima possibile. “Il 75% delle prove è stato svolto, i commissari potranno iniziare a correggere le prove già svolte, al più presto termineremo le prove di quel concorso, mancano quattro giorni per finire. Poi partirà il concorso ordinario”.
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“Anche oggi sarebbe stato il primo giorno di scuola, siamo qui per ribadire che abbiamo la necessità di tornare in classe“, così Michele Sicca della rete degli studenti Medi a piazza SS Apostoli, a pochi metri dalla Prefettura di Roma “che è stata delegata a costruire il piano per il rientro“. “Vogliamo essere inclusi. C’è una verità: la scuola può riaprire in sicurezza solo se vengono ascoltati coloro che la scuola la vivono, insegnanti, studenti, genitori, personale a.t.a“, segue Sicca. “Nella nostra classe c’è stato un calo di interesse verso lo studio. Tanti non hanno abbandonato ma i voti sono calati vertiginosamente” spiega Giulia, 18 anni del liceo Visconti che continua: “La dad non è considerabile scuola, non sta formando noi studenti“.
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