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Jean-Marie Le Pen è morto a 96 anni

Fondatore del partito Front National (oggi Rassemblement National), Jean-Marie Le Pen è stato un politico che ha rimodellato il dibattito nazionale su temi chiave come l’immigrazione e l’identità culturale

Il mondo della politica francese ha subito una scossa significativa con la morte di Jean-Marie Le Pen, avvenuta all’età di 96 anni. Fondatore e storico leader del partito di estrema destra Front National, oggi noto come Rassemblement National, Le Pen è stato una figura controversa e influente nel panorama politico francese, un uomo che ha indubbiamente rimodellato il dibattito nazionale su temi chiave come l’immigrazione e l’identità culturale.

La carriera politica di Jean-Marie Le Pen

Nato il 20 giugno 1928 a La Trinité-sur-Mer, Le Pen iniziò la sua carriera politica negli anni ’50, quando si arruolò nella Legione straniera per combattere in due conflitti significativi: la guerra d’Indocina e quella d’Algeria. La sua esperienza militare ha lasciato un segno profondo sulla sua visione politica e sulla sua retorica. Durante la guerra d’Algeria, fu accusato di aver torturato prigionieri, un’accusa che ha seguito Le Pen per tutta la vita. Sebbene all’epoca avesse ammesso di aver praticato la tortura, in seguito ritirò quella dichiarazione, giustificando l’uso della tortura in guerra, ma negando di averla praticata personalmente.

La fondazione del Front National

Nel 1956, Le Pen venne eletto in parlamento con il partito di estrema destra Union et fraternité française, un piccolo partito nazionalista. Tuttavia, fu nel 1972 che fondò il Front National, un partito che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla società francese. Sotto la sua guida, il partito passò da una formazione marginale a una delle principali forze politiche del paese, nonostante le continue accuse di razzismo e antisemitismo. La sua retorica incendiaria ha polarizzato l’opinione pubblica, portando il dibattito su temi delicati come l’immigrazione a un livello di tensione senza precedenti.

Le elezioni presidenziali e la notorietà

Le Pen si candidò cinque volte alle elezioni presidenziali tra il 1974 e il 2007, ma il suo momento di maggiore notorietà arrivò nel 2002, quando sorprendentemente raggiunse il ballottaggio. Questo evento scosse profondamente la Francia e spaventò le forze politiche tradizionali, che si mobilitarono per fermare la sua ascesa. Al secondo turno, Le Pen fu sconfitto dal candidato conservatore Jacques Chirac, che ottenne oltre l’80% dei voti. Tuttavia, il fatto stesso che Le Pen fosse arrivato al secondo turno segnò un punto di svolta per l’estrema destra in Francia, aprendo la strada a un aumento della sua popolarità negli anni successivi.

La transizione al Rassemblement National

Nel 2011, la leadership del partito passò a sua figlia, Marine Le Pen, che cercò di distaccarsi dalle posizioni più estreme del padre, adottando una strategia di “normalizzazione” per attrarre elettori più moderati. Tuttavia, il rapporto tra padre e figlia è stato spesso turbolento, culminando nell’espulsione di Jean-Marie dal partito nel 2015 dopo che aveva minimizzato l’Olocausto definendo le camere a gas come “dettagli” della storia della Seconda guerra mondiale.

Questo episodio ha segnato un’ulteriore frattura tra le due figure, evidenziando le differenze nei loro approcci alla politica.

L’eredità di Jean-Marie Le Pen

Negli anni successivi, Le Pen ha continuato a essere una figura di riferimento per molti sostenitori dell’estrema destra francese. Tuttavia, il suo ruolo nel partito è diventato sempre più marginale, mentre Marine Le Pen e il suo successore Jordan Bardella hanno cercato di modernizzare l’immagine del Rassemblement National. Nel 2022, Bardella è stato eletto presidente del partito, segnando una nuova era nella leadership della formazione.

Le Pen ha anche avuto una lunga carriera come eurodeputato, venendo eletto sette volte al Parlamento europeo e utilizzando questa piattaforma per promuovere le sue idee sovraniste e nazionaliste. La sua visione dell’Europa era caratterizzata da un forte scetticismo verso l’integrazione europea, che considerava una minaccia per l’identità nazionale francese.

La sua morte rappresenta la fine di un’era per l’estrema destra francese, ma il suo lascito continuerà a influenzare la politica nazionale. Anche se Le Pen ha lasciato la scena, le sue idee e la sua visione del mondo vivono attraverso il partito che ha fondato e che, nonostante le turbolenze interne, continua a rappresentare una parte significativa dell’elettorato francese. Con l’ascesa della nuova generazione di leader, come Marine e Bardella, l’eredità di Jean-Marie Le Pen rimane un argomento di vivace discussione e analisi nel contesto della politica francese contemporanea.

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Redazione

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