L’Italia si avvia a vivere le festività natalizie sotto lockdown, seppur meno duro rispetto a quello della Germania. Tutto verrà declinato attraverso il sistema del “semaforo”. Nei giorni clou prefestivi e festivi (24,25, 26, 27 e 31 dicembre; 1, 5 e 6 gennaio) l’intero Paese potrà essere zona rossa o zona arancione, con le conseguenti restrizioni. A partire dalla chiusura di bar, ristoranti e vie troppo affollate. Contemporaneamente saranno possibili allentamenti dei limiti alla mobilità nei giorni “super-festivi” nei piccoli Comuni sotto i 5mila abitanti, per incontrare familiari nel raggio di 30 chilometri.
A decidere in concreto, però, sarà il Comitato tecnico scientifico che da giorni insiste sul rischio della terza ondata e sulla lentezza dell’abbassamento della curva epidemiologica. E potrebbero optare per soluzioni ancora più drastiche, anticipando gli irrigidimenti ai giorni degli acquisti pre-natalizi. Si scoprirà domani, quando gli scienziati incontreranno i capi-delegazione della maggioranza e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
La proposta del lockdown in Italia durante i giorni di festa, che sarà l’impianto della risoluzione di maggioranza da presentare alle Camere, è uscita dal vertice serale di Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e i capi-delegazione della maggioranza, il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, il sottosegretario Riccardo Fraccaro e il ministro dei rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. A insistere per la necessità di un inasprimento sono stati soprattutto Boccia e Dario Franceschini. Ma stavolta non hanno incontrato resistenze nel presidente del Consiglio. Mentre è del ministro Alfonso Bonafede la proposta dell’incontro a stretto giro con il Cts e con il Viminale, per discutere anche del rafforzamento dei controlli anti-assembramento.
Del resto, il cambio di passo era nell’aria. La drammatica conferenza stampa con cui Angela Merkel in lacrime nel ricordare i morti tedeschi ha annunciato la sua durissima decisione ha colpito tutto il governo. E non soltanto. Le immagini delle vie dello shopping affollate sono scorse sotto gli occhi del capo del governo: Milano, Roma, Firenze, Bologna, Napoli. Da Nord a Sud la gente si è riversata per le strade e nei negozi. E in serata, i vigili hanno dovuto chiudere Fontana di Trevi perché l’affollamento era eccessivo. Un antipasto di quello che succederà nei prossimi dieci giorni che ancora mancano al Natale. Tutti segnali che l’esecutivo non ha potuto ignorare. Un giro di telefonate e da Conte è partita la convocazione d’urgenza per il summit a Palazzo Chigi in vista della nuova risoluzione di maggioranza dopo il dpcm di inizio dicembre.
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