All’interno del partito ci sono delle visioni molto diverse nei confronti dell’iniziativa presentata da dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen
Il dibattito interno al Partito Democratico (PD) italiano si fa sempre più acceso riguardo al piano di riarmo europeo proposto dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La questione ha sollevato un acceso confronto tra la segretaria del partito, Elly Schlein, e i membri della minoranza dem, tra cui spiccano figure di rilievo come Paolo Gentiloni e Lorenzo Guerini. Le divergenze di opinione non sono solo strategiche, ma anche ideologiche, e riflettono una tensione crescente all’interno del partito riguardo alla direzione da prendere in ambito di sicurezza e difesa europea.
Il piano di riarmo europeo di von der Leyen
Il piano di riarmo europeo presentato da von der Leyen è stato concepito come una risposta alle crescenti minacce alla sicurezza in Europa, in particolare a seguito della guerra in Ucraina. Secondo la Commissione Europea, la proposta mira a rafforzare la capacità difensiva degli Stati membri attraverso investimenti congiunti. Questa strategia ha trovato sostenitori tra alcuni esponenti del PD, come Gentiloni, che ha definito il piano “un passo nella giusta direzione”, sottolineando l’importanza di un approccio coordinato per affrontare le sfide della sicurezza.
Tuttavia, il piano ha ricevuto critiche significative, in particolare da Schlein, che ha espresso preoccupazione per il potenziale effetto di un riarmo nazionale frammentato. La segretaria ha avvertito che il piano, così come è stato presentato, potrebbe portare a un aumento delle capacità militari a livello nazionale piuttosto che promuovere una vera difesa comune. Secondo Schlein, questo approccio non solo è insufficiente, ma potrebbe anche minare gli sforzi per una cooperazione più profonda tra i Paesi europei.
Le posizioni divergenti all’interno del PD
Le posizioni di Schlein e Gentiloni sono emblematiche delle tensioni che attraversano il PD. Da un lato, Gentiloni e i riformisti vedono nel piano di von der Leyen un’opportunità per rafforzare le capacità di difesa europee, sostenendo che la proposta possa essere migliorata attraverso un dialogo costruttivo. Gentiloni ha specificato che è fondamentale che l’Italia chieda un coordinamento più efficace delle clausole di esclusione dalle regole di bilancio europee, per evitare che le politiche nazionali possano generare incertezze sulla stabilità delle finanze pubbliche.
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Dall’altro lato, Schlein e la sua fazione esprimono una visione più cauta e critica. La leader del PD ha affermato che il piano attuale non affronta adeguatamente le esigenze di una difesa comune, sostenendo che è essenziale spingere per investimenti europei finanziati da debito comune, simili a quelli attuati durante la pandemia di COVID-19. La sua critica si estende anche all’uso dei fondi di coesione per finanziare il riarmo, un approccio che Schlein considera controproducente per il futuro dell’Unione Europea.
Le reazioni della minoranza dem
La minoranza del PD, rappresentata da esponenti come Guerini e Gentiloni, ha manifestato la necessità di un approccio più pragmatico. Guerini ha riconosciuto che, sebbene il piano di von der Leyen necessiti di modifiche, rappresenta comunque un punto di partenza per un dialogo più ampio sulle politiche di difesa europee. La sua posizione è chiaramente orientata verso un rafforzamento delle capacità militari, ma con la necessità di un’attenzione particolare alle implicazioni economiche e sociali.
In questo contesto, alcuni membri della minoranza hanno suggerito la creazione di un tavolo di confronto permanente all’interno del partito, per garantire che le decisioni siano condivise e discusse in tempo reale, dato il carattere critico delle questioni in gioco. Ciò potrebbe rappresentare un passo importante per il PD, in quanto permetterebbe di affrontare le divergenze interne in modo più costruttivo.
Per approfondire: ReArm Europe, cosa prevede il piano da 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Ue?