L’Italia riconosce formalmente l’Holomodor come genocidio del popolo ucraino. Con 130 voti a favore e quattro astensioni, ieri il Senato ha approvato la mozione sulla carestia provocata dal regime sovietico che tra il 1932 e il 1933 causò la morte di almeno 5 milioni di persone.
Il voto è stato anche l’occasione per una polemica social nei confronti dei senatori di Alleanza Verdi Sinistra che hanno deciso di astenersi (Ilaria Cucchi, Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Celestino Magni). A finire nel mirino degli utenti di Twitter in particolare è stata la prima, sorella di Stefano Cucchi, accusata di “incoerenza”.
Da Twitter è arrivato anche il ringraziamento del presidente Volodymyr Zelensky: “Accogliamo con favore la decisione del Senato – ha scritto il leader ucraino – Nel 90° anniversario dell’Holodomor, questo passo dimostra che ci sarà giustizia per le vittime passate e presenti del regime del Cremlino”.
La mozione del Senato
La mozione vincola il nostro Paese “a promuovere in Italia e all’estero la consapevolezza e il ricordo di questa tragedia“. Il testo approvato da Palazzo Madama parla di “carestia deliberata” provocata dal “dittatore sovietico Stalin”. Non manca il riferimento al conflitto in corso “in un momento storico in cui il popolo ucraino patisce le sofferenze della guerra di aggressione scatenata dalla Federazione russa, di cui parte della classe dirigente non ha mai reciso del tutto i legami con il passato sovietico e persegue un disegno imperiale ed egemonico volto a estendere la sfera d’influenza russa”.
Gli ucraini hanno riconosciuto il genocidio nel 2008 e da allora lo commemorano ogni quarto sabato di novembre. Altri 18 Paesi – inclusi Stati Uniti, Canada e Germania – hanno fatto altrettanto, insieme all’Europarlamento.
Le pressioni di Mosca
Alla vigilia del voto in Senato, Mosca ha tentato di dissuadere i parlamentari. “Si spera che i senatori italiani – ha scritto in una nota l’ambasciata russa a Roma – mostrino lungimiranza e ampiezza di vedute storiche e non seguano la via della propaganda del mito politico e ideologico fomentato dalle autorità ucraine per compiacere le forze ultranazionaliste, neonaziste e russofobe e i loro padroni angloamericani”. Ma le pressioni non sono servite: “Le lettere così si rispediscono al mittente”, ha tagliato corto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Le origini dell’Holodomor
Lo storico Ernst Nolte ha definito l’Holodomor come una specie di prova generale della shoah. Il prodromo e il modello del genocidio del popolo ebraico pianificato dal regime nazista. Letteralmente il termine indica lo “sterminio per fame“. È infatti la fame lo strumento di morte utilizzato dalla dittatura sovietica. Un meccanismo sperimentato da molti totalitarismi. In questo caso a farne le spese sono i kulaki, i contadini proprietari di fondi, accusati di ostacolare le collettivizzazioni forzate.
Il sistema della proprietà collettiva, avviato sul finire degli anni Venti, nell’inverno tra il 1932 e il 1933 con il regime di Joseph Stalin subisce un’accelerazione. L’Ucraina è, già allora, il granaio d’Europa, fonte di pane per le Repubbliche Socialiste Sovietiche e di preziosissima valuta pregiata per le casse del regime. Tutte le risorse agricole vengono requisite e la popolazione affamata. A essere colpite più duramente dalla “Grande Carestia” organizzata dal regime sovietico sono le regioni di Poltava, la Sumy, Kharkiv, Cherkasy, Kyiv e Zhytomyr.
Quattro milioni di morti
La repressione, e ancor più la fame, causano almeno quattro milioni di morti nella sola Ucraina, cui va aggiunto un milione perito negli altri territori dell’Urss. Le prime vittime della macchina sovietica sono i bambini, quasi la metà del totale, i soggetti più vulnerabili.