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“Sto cercando di creare delle forme di resistenza soprattutto nel mio territorio, in Calabria. Nel frattempo avvierò un ricorso alla Corte Costituzionale per quanto mi è successo”. Lo afferma la senatrice de L’Alternativa C’è Bianca Laura Granato, sospesa per venti giorni dai lavori parlamentari perché non aveva voluto presentare il green pass obbligatorio per l’accesso a Palazzo Madama.
Green pass, Granato (Ac): “Misura vessatoria”
“In questi giorni mi sono sempre più convinta nel contrasto a questa misura vessatoria messa in campo dal Governo Draghi – continua la senatrice -. È un azzardo sottoporre la vaccinazione di massa anche ai minori, abbiamo toccato il fondo“.
“Ci stiamo avviando a delle leggi totalmente fuori dalla norma. Ormai non si può manifestare e nemmeno lavorare se non si paga una tangente alle Big Pharma. Evidentemente si ha voglia di arrivare a una guerra civile – conclude Granato -. Le persone non sono numeri, mi auguro in un rinsavimento da parte dei politici italiani. Al Quirinale? Candiderei il professor Paolo Maddalena“.
La decisione del Senato dopo il “caso Granato”
Dopo il “caso Granato” il Consiglio di presidenza del Senato aveva stabilito che i senatori che si rifiutano di esibire il green pass non possono più entrare a Palazzo Madama e nemmeno nei palazzi adiacenti che fanno capo alla struttura. In quell’occasione il presidente della Commissione Affari costituzionali, Dario Parrini, si era visto costretto a sospendere i lavori proprio per la presenza in aula della senatrice sprovvista di certificazione verde.