Anche per quanto riguarda l’impegno di semplificare il Codice degli appalti, il governo ha ottenuto risultati, sebbene ancora parziali. Nel marzo 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato una nuova versione del Codice degli appalti che disciplina le procedure per l’assegnazione dei lavori pubblici, introducendo alcune delle novità promesse dal centrodestra. Queste modifiche miravano a snellire le procedure, sebbene a costo di attenuare alcuni vincoli sulla legalità. Dopo poco più di un anno, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, responsabile della materia, ha avviato una serie di consultazioni con associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni per preparare ulteriori modifiche al Codice.
Un bilancio definitivo sull’efficacia delle politiche del governo nella gestione dell’immigrazione è difficile da fare, poiché gli arrivi dei migranti dipendono principalmente da cause esterne (crisi politiche e sociali nei paesi africani, condizioni meteorologiche, ecc.). L’immigrazione è senza dubbio l’ambito che più di ogni altro evidenzia la distanza tra le promesse politiche e la complessità della realtà, molto più difficile da gestire rispetto a quanto suggeriscono gli annunci securitari di molti partiti di destra.
Il contrasto all’immigrazione irregolare e la gestione ordinata dei flussi di immigrazione regolare sono stati propositi in gran parte mancati nel primo anno di governo, il 2023, durante il quale si è registrato un aumento straordinario degli sbarchi su livelli senza precedenti nell’ultimo decennio, principalmente a causa della crisi istituzionale ed economica in Tunisia. Tuttavia, nel 2024 si è verificata una inversione di tendenza, con una sensibile diminuzione degli sbarchi, in parte grazie ad alcuni accordi bilaterali tra l’Italia e paesi come la Costa d’Avorio, la Libia e la Tunisia.
Tra gli obiettivi del programma di governo del centrodestra c’era la difesa dei confini nazionali ed europei in linea con il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo dell’UE, puntando sul controllo delle frontiere e sul blocco degli sbarchi. Tuttavia, Meloni ha dovuto presto abbandonare l’idea irrealizzabile del “blocco navale”. Questo blocco, come inteso da Meloni, doveva essere realizzato in accordo con le autorità dei paesi di partenza per impedire le partenze, e non tramite un blocco navale imposto con la forza militare. Inoltre, quando il governo ha cercato di agire unilateralmente, come nel caso della Ocean Viking nel novembre 2022, si è scontrato con altri paesi europei, in particolare la Francia.
Il primo anno di governo di Meloni, caratterizzato da un approccio più restrittivo sul soccorso in mare, è stato segnato dal tragico naufragio al largo di Cutro, in Calabria, nel febbraio 2023, dove persero la vita un centinaio di persone. In questo incidente, il ritardo nei soccorsi da parte delle autorità italiane e il rimpallo di responsabilità potrebbero aver avuto un ruolo. A luglio, la procura di Crotone ha chiuso un’inchiesta chiedendo il rinvio a giudizio per quattro membri della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera.
L’azione del governo ha avuto invece un certo successo a livello europeo. Il nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, approvato dal Consiglio dell’Unione Europea nel maggio scorso, ha accolto alcune delle richieste italiane. Sono state introdotte misure che facilitano l’espulsione dei migranti e il loro ritorno nei paesi d’origine, e il meccanismo di ricollocamento è stato leggermente rafforzato, incentivando i paesi del Nord Europa ad accogliere una parte dei migranti arrivati nei paesi di primo approdo, come quelli dell’Est Europa e quelli che affacciano sul Mediterraneo.
La creazione di hot-spot nei territori extra-europei, gestiti dall’Unione Europea per valutare le richieste d’asilo, è un punto del programma del governo Meloni che ha trovato una parziale realizzazione nell’accordo tra Italia e Albania. Questo accordo prevede la costruzione di due centri per migranti in territorio albanese. Tuttavia, il progetto è in ritardo rispetto alle scadenze inizialmente indicate dal governo, e persistono grossi dubbi sul suo effettivo funzionamento. Saranno trasferiti in Albania solo migranti maschi, maggiorenni e in buona salute, soccorsi dalle autorità italiane (come Guardia Costiera, Guardia di Finanza o Marina Militare) al di fuori delle acque territoriali italiane o di altri Stati membri dell’Unione Europea.
In Albania arriveranno solo persone provenienti da paesi considerati “sicuri” dal governo italiano, ossia paesi dove si presume che l’ordinamento democratico e i diritti umani siano rispettati. Tuttavia, questa definizione è stata applicata in modo controverso anche a paesi con note violazioni sistematiche dei diritti umani, come Nigeria e Tunisia.
Nel capitolo sulla sicurezza, il programma di governo includeva anche un impegno per un “piano carceri”, con maggiore attenzione alla Polizia Penitenziaria e con accordi con Stati esteri per consentire la detenzione in patria dei detenuti stranieri. Tuttavia, sull’emergenza umanitaria in corso nelle carceri italiane, il governo è intervenuto con grosso ritardo e con provvedimenti che non introducono misure concrete per ridurre rapidamente il problema del sovraffollamento. Anzi, le misure adottate finora non sembrano affrontare efficacemente questa criticità.