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POLITICA

Governo Meloni, il bilancio del primo anno

“Vedo l’orizzonte dei 5 anni di governo e quell’orizzonte mi serve anche per realizzare le grandi riforme di cui questa Nazione ha bisogno”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal Tg1, ha tracciato un bilancio del primo anno a Palazzo Chigi con l’occhio rivolto alle riforme in cantiere.

Meloni: “Ora Italia più credibile”

“Avevo promesso che avrei consegnato un’Italia migliore di come l’ho ricevuta e dopo un anno l’Italia è sicuramente più credibile, più stabile, più ascoltata. È l’inizio però di un lavoro che va giudicato alla fine dei cinque anni” , ha detto.

“Vorrei che questo fosse l’anno delle riforme: vedere i primi mattoni della riforma fiscale, avviare la riforma costituzionale, fare la parte più consistente della riforma sulla giustizia. E poi la grande riforma del merito, particolarmente nella scuola e intervenire sull’emergenza abitativa. C’è un grande lavoro da fare ma rispetteremo gli impegni presi“.

L’economia italiana

Sull’economia, si è mostrata soddisfatta. “Vado fiera dei dati economici. Vado fiera di un’Italia che dopo anni che era fanalino di coda oggi cresce più della media europea, con il record per numero di occupati e di contratti stabili. Sono fiera di aver concentrato tutte le risorse su chi era più in difficoltà, sui redditi medio-bassi, sono contenta di essere intervenuta dove bisognava intervenire, anche di fronte alle banche e ambiti che altri governi non avevano avuto il coraggio di toccare“.

Migranti, “risultati sotto le aspettative”

Sul fronte immigrazione, la premier invece ha ammesso di aver “lavorato tantissimo” anche se “i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. Comunque, ha detto, “sono certa che ne verremo a capo, ma questo tema merita una seconda fase di impegno”.

Giorgia Meloni nel Cdm – Foto ANSA/ FILIPPO ATTILI/UFFICIO STAMPA- Newsby.it

Lo stop al Reddito di cittadinanza

Sul reddito di cittadinanza abbiamo fatto la cosa giusta e quella che avevamo promesso: distinguere chi può lavorare da chi non può farlo. Chi non può lavorare mantiene il sussidio, chi può lavorare è giusto che abbia lavoro e formazione”, ha commentato a proposito della cancellazione del Rdc.

Sul tema del salario minimo, proposto dalle opposizioni, ha confermato lo scetticismo. “Mi stupisce che l’opposizione scopra oggi la sua utilità, perché in dieci anni al governo non lo hanno realizzato, io che temo possa peggiorare la condizione di più lavoratori di quelli ai quali la migliora, ma aspettiamo la proposta del Cnel”.

Quanto al Superbonus, introdotto dal governo Conte, ha detto: “Parlano i numeri. Centoquaranta miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli”.

Politica estera, sostegno a Kiev e buoni rapporti con l’Ue

Giorgia Meloni compie il giro di boa, un anno a Palazzo Chigi, dopo essere passata in un decennio dal 2% dei consensi al 26% dei voti alle elezioni dello scorso 25 settembre. Il sostegno convinto all’Ucraina, l’atlantismo e un inedito europeismo sono i punti che hanno caratterizzato il suo governo in politica estera.

Il primo obiettivo della premier infatti è stato accreditarsi oltre confine, allontanando da sé l’immagine di leader post-fascista e anti-europeista. Da qui le buone relazioni coltivate con il capo della Casa Bianca con Joe Biden e con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.

Politica interna, migranti e manovra economica

Sul fronte interno il dossier migranti, cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, resta la spina nel fianco del governo, con gli arrivi raddoppiati rispetto allo scorso anno e l’hotspot di Lampedusa sempre sull’orlo del collasso. “I risultati non sono quelli che speravamo di vedere”, ha ammesso la stessa premier nell’intervista al Tg1.

Quella migranti del resto non è l’unica incognita che grava sul futuro della premier, alle prese con una Manovra economica stretta fra risorse risicate e vincoli di Bilancio stringenti.

Federica Giovannetti

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