Il governo Draghi sembrerebbe ormai in procinto di nascere, ma i ritardi dovuti all’attesa sul voto degli iscritti del Movimento 5 Stelle stanno facendo storcere il naso a molti, compresa la Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini conferma di non avere messo sul tavolo alcun tipo di pregiudiziali e, tramite alcuni suoi esponenti, esprime i motivi della ‘conversione’ sul tema dell’Europa.
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“Noi non abbiamo posto veti su nessuno. Stiamo ragionando sui programmi. Se altri fanno ragionamenti su partiti o persone si prenderanno la responsabilità di non aver risposto alla chiamata del Presidente della Repubblica. Super Ministero dell’Ambiente? Il tema non è la struttura tecnica, visto che la cosa può avere anche senso. Il problema è che gran parte degli investimenti sono bloccati dalla burocratizzazione del Ministero dell’Ambiente. Bisogna capire chi ci si mette e cosa vuole fare. Se lo facciamo per semplificare le cose per noi va bene“. Così Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati.
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“Non cambiamo casacca, ma prendiamo atto che all’interno dell’Europa siamo dei riformatori. Crediamo che vadano cambiate alcune regole europee nell’interesse del popolo italiano”. Così il capogruppo della Lega al Senato della Repubblica, Massimiliano Romeo.
“La nostra è una posizione di grande responsabilità e maturità, in un momento molto difficile per il Paese. Siamo tra quelli che hanno colto in senso responsabile il messaggio del Presidente Mattarella. Lo vogliono anche i cittadini. Una volta usciti dalla crisi sanitaria e economica torneremo a confrontarci in una sana democrazia dell’alternanza. Non ritorneremo ‘no euro’, è una posizione che avete cercato di affibbiarci. Berlusconi? È tornato sulla scena politica responsabilmente e accogliendo la richiesta di Mattarella, ma non riuscirete a metterci l’uno contro l’altro, non cadiamo in questo tipo di giochetti”.
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“Da No euro a Draghi? Perché? L’interesse nazionale è fondamentale. Io tutto quello che ho detto sull’euro è valido ancora oggi. Non mi sembra fosse all’ordine del giorno uscire dall’euro. In questa fase la cosa più importante è difendere l’interesse nazionale. Prima eravamo degli zerbini, ora abbiamo la possibilità di uno che può difendere il nostro interesse. Mi sembra sufficiente“. Così Claudio Borghi, deputato della Lega.
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“Nel 2014 non ero un parlamentare. Lavoravo per la Lega qui al Parlamento europeo ed ero uno delle due persone che una notte ha passato il numero di telefono di Claudio Borghi a Matteo Salvini che lo ha chiamato immediatamente. Da lì è nata una cavalcata che per lo meno ha fatto capire agli italiani in buona fede quanti errori si sono fatti in passato. Nel programma con cui mi sono presentato nel 2019 non c’era un riferimento al superamento dell’euro, quindi il tema non è posto. Rinunciamo anche noi a qualcosa pur di cercare di fare qualcosa per il nostro Paese”. Così il capodelegazione della Lega al Parlamento UE, Marco Campomenosi.
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