Se c’è una lezione che questa legislatura parlamentare ha insegnato a tutti noi, in particolar modo con il nascente governo Draghi, è che gli irremovibili ‘niet’ da parte tutte le forze politiche nei confronti di altri partiti non esistono più. Tutti (e sottolineiamo “tutti”) hanno dovuto fare i conti con la ‘dura’ realtà: allearsi anche con il proprio peggiore nemico, pur di salvare il Paese. E c’è da dire che, almeno da questo punto di vista, l’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dello scorso 2 febbraio ha lasciato loro poco scampo in nome della ‘responsabilità nazionale’. Ecco allora (con una sintesi forzata) tutte le volte che i movimenti politici hanno negato un proprio futuro al governo fianco a fianco con gli altri.
“Berlusconi ha pagato Cosa Nostra, facciamolo sapere al mondo!”. Era il titolo di un post pubblicato il 20 febbraio 2018 da Alessandro Di Battista (uscito recentemente dal Movimento 5 Stelle). Una presa di posizione abbastanza eloquente sul fatto che con chi aveva “finanziato e quindi sostenuto l’associazione a delinquere che ha ucciso Falcone e Borsellino” non si potesse avere minimamente nulla a che fare. Concetto ribadito subito dopo le elezioni politiche del 4 marzo: durante le consultazioni con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Vito Crimi disse: “Il veto su Silvio Berlusconi resterà, perché rappresenta il non-cambiamento” (18 aprile 2018). Per poi aggiungere “Mai al governo con Berlusconi: #VotoSubito” (2 maggio 2018).
Insomma, l’antiberlusconismo è sempre stato particolarmente vivo e vegeto dentro i pentastellati. E Beppe Grillo non ha mai perso occasione di trovare dei nomignoli curioso per il leader di Forza Italia: come ad esempio “Psiconano”, “Truffolo”, “Oltretomba”, “Re dei grandi evasori”, “Parla come Riina”. E sullo stesso Mario Draghi, il cui governo ora sosterrà, disse: “Draghi Poppins”, “Draghi mago Silvan”, “Draghi ingrassa solo le banche” (28 ottobre 2014), “tratta gli italiani come bambini deficienti”.
Naturalmente nemmeno Silvo Berlusconi si è mai risparmiato e ha sempre ‘cortesemente’ contraccambiato nei confronti del Movimento 5 Stelle. Adesso nel governo Draghi ci saranno entrambi. “Grillo è come Hitler: fa paura e specula su cittadini disperati. Una malattia l’avvento del movimento” (23 maggio 2014). “I grillini non hanno è arte né parte. Si fanno comandare in tutto da un vecchio comico e da un esperto di comunicazione. L’87% non ha mai fatto la dichiarazione dei redditi, non hanno mai lavorato, sono i veri professionisti della politica, fuori dal Parlamento non saprebbero come campare” (26 novembre 2017). “Quando sono sceso in campo il pericolo erano i comunisti, oggi i Cinque stelle, una setta che prende ordini da un vecchio comico genovese. La loro regola sono l’opportunismo e la convenienza, sono incompetenti, non saprebbero amministrare un’edicola. Un governo 5 stelle è una barzelletta” (14 febbraio 2018). “È gente che non ha mai fatto nulla nella vita: nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi” (20 aprile 2018).
E poi ancora. “Sono molto pessimista: una volta dissi che avrei mandato i 5 Stelle a pulire i cessi. Ora ho dei dubbi che sarebbero capaci di farlo. Siamo nelle mani di un governo di dilettanti, di incapaci, di persone lontane dal quel grado minimo di cultura di chi deve governare” (7 dicembre 2018).
“Penso che i 5 Stelle siano mossi come sono, in tutte le loro decisioni, dall’invidia sociale. Loro oggi sono così, rappresentano l’ideologia comunista, il peggio del secolo scorso. Lo dichiarano loro” (8 febbraio 2019).
“Ma gli italiani sono impazziti? Solo 5-6 su 100 mi votano alle elezioni: una cosa fuori dal mondo. Hanno affidato l’azienda Italia a chi non la conosce, non ha lavorato o studiato, come Di Maio e gli altri al vertice” (13 febbraio 2019).
Nel governo Draghi ci saranno anche la Lega e il Partito Democratico. Inutile affermare che, ideologicamente parlando, sono tendenzialmente agli antipodi. Matteo Salvini non ha mai sentito volere parlare di un’alleanza al governo con il Pd e con Renzi, soprattutto quando i 5 Stelle hanno formato con loro il Conte 2 a seguito della ‘crisi del Papeete’.
“Alleanze della Lega? Con chi arriva primo o secondo, ma non certo con Renzi. Non mi nego alcuna possibilità al mondo, ma gli elettori sanno che un voto alla Lega non sarà mai un voto che vada a una futura alleanza con il Pd” (12 luglio 2017). “Mai con Renzi. Faremo cose diverse da lui. Abbiamo ottenuto i voti per mandarlo a casa” (13 marzo 2018). “Dove c’è Renzi non ci sono io” (6 maggio 2018). “Ma come può pensare qualcuno di riportare al governo Renzi, che gli italiani hanno buttato fuori dalla porta. Se volete governare con Renzi, Boschi e Lotti, auguri. E spiegatelo agli italiani” (20 agosto 2019). “Faccio e farò di tutto per evitare che il Pd torni al governo. Con tutto e con tutti, ma mai con Renzi. Sono disposto a fare tutto per il bene del mio Paese, dei miei figli e per difendere la sicurezza dell’Italia, ma con Renzi no. Con la Boschi no”. (24 agosto 2019).
“Per noi mai col Pd rimane mai col Pd! Guarda che persone strane che siamo…” (10 settembre 2019). “Noi torneremo a governare questo Paese per amore dell’Italia e non per amore della poltrona; quella la lasciamo a voi. Con orgoglio. Perché onore e dignità valgono più di mille poltrone”. (10 settembre 2019). “Mai con Renzi e col Pd, mai più con Di Maio” (23 settembre 2019). “Io al governo con Renzi? Ma neanche se mi offrissero di fare il re del mondo. Mai nella vita” (20 ottobre 2019).
E poi ancora più recentemente.
“Io un Governo con il Pd non lo faccio. La via maestra sono le elezioni” (3 luglio 2020). “Noi siamo pronti a prenderci responsabilità di governo, ma non con Pd e M5S. Questo mi sembra evidente perché stanno smontando quello che abbiamo fatto in un anno, quindi è chiaro che tutti insieme a far nulla non funziona” (13 gennaio 2021). “Mi vede al governo con Renzi? Io no. Io un governo con Renzi non lo faccio. Quelli che parlano di governo di salvezza nazionale spesso pensano alla salvezza della propria poltrona. O c’è un governo serio che si dà alcuni punti da portare avanti e li fa, o sennò io al governo con Zingaretti, Renzi, Di Maio non vedrei cosa potrei farci” (28 gennaio 2021).
Lo stesso Matteo Renzi, più volte tirato in ballo dal suo omonimo ha sempre negato questa ipotesi. Anche perché fece nascere il Conte 2 proprio per non fare andare al governo Salvini con ‘pieni poteri’.
“Mai dire mai a una possibile alleanza fra #ItaliaViva e #Salvini? Più che altro ma quando mai!” (tweet del 20 novembre 2019). “Alleanza con Salvini? Ma de che” (3 febbraio 2020). “Non abbiamo mai fatto un governo con Salvini e non è questo il momento per farlo” (13 gennaio 2021).
Anche i vari esponenti del Partito Democratico, ‘orfani’ dell’ex sindaco di Firenze, sono sempre stati fermi su questo punto. Il più attivo è stato il vicesegretario Andrea Orlando.
“Sì al dialogo con Berlusconi. Impossibile con i sovranisti” (Andrea Orlando, 23 novembre 2020). “Se cade questo governo la strada è quella delle urne. Un tentativo diverso non avrebbe senso. Ho letto di maggioranze che si allargano e si restringono. Ricordo che noi siamo alternativi alla destra e sarebbe paradossale riportare Salvini al governo” (19 dicembre 2020). “Escludo nostro appoggio a un governo di unità nazionale, anche guidato da Superman. È un problema di antefatti. Dovremo gestire fondi europei con una destra che è antieuropea e una pandemia con una destra che è semi-negazionista. Non vedo le condizioni, aumenterebbe solo la confusione” (12 gennaio 2021).
Lo scorso 28 gennaio Nicola Zingaretti aveva twittato, a proposito del saluto romano fatto da alcuni consiglieri comunali di Cogoleto (Genova) tra cui il leghista Francesco Biamonti: “Ecco un esempio di quelli con cui non si potrà mai governare”. Adesso saranno assieme nel governo Draghi.
“Abbiamo chiarito e dobbiamo ribadire che per noi è impensabile qualsiasi collaborazione di governo con la destra italiana, sovranista e nazionalista. Sarebbe un segnale incomprensibile non solo in Italia, ma anche per le cancellerie europee e per l’opinione pubblica democratica europea inaccettabile. Le immagini di Washington ci dicono quanto pericolosa sia quella deriva. È sbagliato dopo la vittoria di Biden favorire scenari che ridanno fiato come è accaduto con la scelta di Renzi, agli alleati di Trump. L’Europa stia marciando su una linea di unità e di attivo intervento positivo. Noi non ci possiamo permettere di governare con chi si è identificato con Trump ed ha costantemente manifestato un sentimento anti-europeo” (Nicola Zingaretti, 14 gennaio 2021).
Il titolo del famoso film Tutti insieme appassionatamente sembra ora il più eloquente per descrivere quello che succederà nei prossimi mesi. Il 95% delle forze politiche presenti in questo Parlamento, volenti o nolenti, sosterrà il governo Draghi. E la geografia della politica italiana cambierà notevolmente.
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