Governo Draghi, chi sono i nuovi ministri tecnici?

All’interno della nuova squadra di governo ci sono otto ministri tecnici. Una di loro, Luciana Lamorgese, è in continuità con il Conte bis ed è ormai un volto noto della scena politica italiana. Gli altri sette sono meno conosciuti ai più, anche se uno di loro, Enrico Giovannini, aveva già fatto parte del governo Letta.

I ministri tecnici del governo Draghi

Enrico Giovannini

Il nuovo ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini (classe 1957), è un economista, statistico e accademico. Inoltre, ricopre il ruolo di portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), di cui è anche il cofondatore. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (nel 1981), è stato Chief Statistician dell’Ocse, dal 2001 all’agosto 2009, e presidente dell’Istat, all’agosto 2009 all’aprile 2013. Tra il 28 aprile 2013 e il 22 febbraio 2014 ha ricoperto il ruolo di ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Letta. Negli ultimi anni ha insegnato statistica economica all’Università di Roma “Tor Vergata” e Public management all’Università Luiss.

Marta Cartabia

La nomina di Marta Cartabia a ministro della Giustizia del governo Draghi è forse una delle meno sorprendenti. Nelle ultime settimane, infatti, il suo nome è stato accostato più volte al nuovo esecutivo. Nata nel 1963, la guardasigilli ha alle spalle una carriera di tutto rispetto. Oltre a essere una professoressa ordinaria di Diritto costituzionale, è stata giudice della Corte costituzionale dal 2 settembre 2011 al 13 settembre 2020. L’11 dicembre 2019, inoltre, è stata eletta Presidente della Corte costituzionale (di cui era vicepresidente dal 2014). Tra il 2008 e il 2010, è stata componente di FRALEX (“Fundamental Rights Agency Legal Experts”) presso l’Agenzia dei diritti fondamentali dell’Unione Europea a Vienna, in qualità di esperto giuridico per l’Italia.

Daniele Franco

Per Daniele Franco (classe 1953), il nuovo ministro dell’Economia, il Mef non è un ambiente nuovo: per sei anni, infatti, è stato Ragioniere generale dello stato. Ha ricoperto tale incarico da maggio 2013 a maggio 2019, quando è stato nominato membro del direttorio e vice direttore generale della Banca d’Italia, dove aveva già lavorato dal 1979 al 1994 e dal 1997 al 2013, ricoprendo vari incarichi. Dal 1994 al 1997 è stato consigliere economico presso la direzione generale degli affari economici e finanziari della Commissione europea.

Vittorio Colao

La carriera di Vittorio Colao (classe 1961), il nuovo ministro per l’Innovazione tecnologia e la transizione digitale, inizia a Londra, dove, dopo la laura in economia e commercio alla Bocconi e un master in business administration ad Harvard, trova lavoro presso la banca d’affari Morgan Stanley. In seguito entra nella multinazionale di consulenze McKinsey & company, a Milano. Nel 1996 diventa direttore generale di Omnitel pronto Italia, per poi passare al ruolo di amministratore della divisione italiana di Vodafone quando quest’ultima acquisisce l’operatore di telefonia mobile. Resta all’interno del colosso fino al 2004, quando passa a Rcs mediagroup. Due anni dopo torna in Vodafone per ricoprire il ruolo di vice amministratore delegato a capo della divisione Europa. Dal 2008 al 2018 è amministratore delegato della compagnia. Nell’aprile del 2020 viene chiamato a guidare la task force per la fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Cristina Messa

Proprio come Colao, anche Cristina Messa è nata nel 1961. La nuova ministra dell’Università ha alle spalle una laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Milano e un’esperienza come professoressa dell’Università Milano Bicocca (dal 2001 al 2013). Tra il 2005 e il 2012 ha anche diretto il Centro Bioimmagini Molecolari dell’ateneo. Ha ricoperto la carica di Rettore dell’Università Milano Bicocca dal 2013 al 2019. Attualmente è presidente della Fondazione Tecnomed, sempre presso lo stesso ateneo milanese.

Roberto Cingolani

Alla guida del nuovo ministero per la Transizione ecologica c’è Roberto Cingolani. Nato a Milano nel 1961, dopo la laura in Fisica all’Università di Bari, il dottorato nello stesso ateneo e il Diploma di Perfezionamento (PhD) alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha lavorato come ricercatore presso il Max Planck Institut di Stoccarda e come Visiting Professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University. Dopo il periodo all’estero è poi tornato in Italia, dove dal 1991 al 1999 ha ricoperto gli incarichi di ricercatore e professore associato di fisica generale all’Università del Salento. Dal 2000 al 2005 è stato professore ordinario di fisica generale presso la Facoltà di Ingegneria dello stesso ateneo. Tra il 2005 e il 2019 è stato il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. Da settembre 2019 è responsabile dell’innovazione tecnologica di Leonardo.

Patrizio Bianchi

Patrizio Bianchi è il nome designato per prendere il posto di Lucia Azzolina alla guida del ministero dell’Istruzione. Nato nel 1952, ha conseguito la laurea in scienze politiche all’Università di Bologna e ha approfondito i suoi studi alla London School of Economics. Nel 1980 lavora come ricercatore presso la facoltà di Economia di Trento, prima del trasferimento prima a Udine e poi a Bologna. Nel 1986 diventa professore associato dell’Alma Mater. Otto anni dopo viene assume l’incarico di docente ordinario di Politica economica, sempre nello stesso ateneo. Risale al 1997 il trasferimento all’Università di Ferrara, di cui diventa anche rettore dal 2004 al 2010. È stato assessore all’istruzione in Emilia-Romagna per due mandati, prima con Vasco Errani e poi con Stefano Bonaccini.

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