Governo Draghi, mancano donne Pd. Zingaretti? “Meglio Berlusconi”

La nuova squadra di governo scelta da Mario Draghi parrebbe aver accontentato la maggior parte, ma non tutti. Subito, nelle prime ore dopo l’annuncio dei 23 ministri scelti dal nuovo presidente del Consiglio, è scoppiato il “caso donne”. In particolare, le donne del Pd, escluse in toto dai dicasteri.

Il Partito Democratico non può dirsi scontento nel computo dei ministeri assegnati. Avendo infatti ottenuto gli incarichi di Dario Fraceschini alla Cultura, Andrea Orlando al Lavoro e Lorenzo Guerini alla Difesa. L’assenza di donne dem, però, si è fatta subito notare.

Le critiche dalle donne del Pd

Prima a segnalare le carenze in tal senso, Valeria Fedeli, alla guida del Ministero dell’Istruzione nel precedente esecutivo: “Nemmeno una nel mio partito”.

Si parla di “competenza e passione” delle donne del Pd “lasciata al palo”: queste le parole delle deputate di Zingaretti. Cecilia D’Elia, portavoce della conferenza delle donne, la definisce “una ferita”.

Tra i critici, anche Antonio Decaro: “Forse le donne dovranno organizzarsi in una corrente per contare”.

Decaro propone un’appendice femminile, mentre Matteo Orfini (Pd) parla di parità di genere come valore fondativo del partito. “Il rispetto della parità di genere è un valore fondativo del Pd, non a caso scritto a chiare lettere nel suo statuto. Che venga negato in modo così brutale non è un problema delle donne del Pd. È un problema del Pd. E anche piuttosto grande”.

“La colpa è di Zingaretti”

Intervenuta a Radio Popolare, la dem Lia Quartapelle non trattiene il suo j’accuse al segretario Pd Nicola Zingaretti. Quartapelle si dice “delusa”. E rincara: “Il nostro statuto prevede metà delle cariche per le donne. Se ci fossimo comportati come Forza Italia oggi parleremmo di un nuovo governo con 10 donne e 13 ministri uomini, quindi un governo perfettamente in linea con la rappresentanza di genere a livello europeo”.

Se Berlusconi sia stato più bravo di Zingaretti? In definitiva, “”, dichiara la dem. E aggiunge: “Anche Draghi ha scelto le ministre tecniche per ruoli importanti, ministeri con portafoglio. Si potevano prendere spunti sia dalla parte tecnica che quella politica e purtroppo il Pd non lo ha fatto perché da noi più che le regole dello statuto, più che i valori, prevale una logica di correnti”.

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