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È durato poco meno di un’ora, mercoledì sera, l’incontro al Quirinale tra il premier Giuseppe Conte e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Presidente del Consiglio è rientrato alle 19,25 circa a Palazzo Chigi. Il corteo di auto del presidente del Consiglio si era allontanato dalla sede del governo intorno alle 18,30. Un incontro definito “interlocutorio“, in cui si è appreso che il capo dello Stato ha ricevuto informazioni sugli sviluppi della crisi dopo il voto di fiducia incassato dall’esecutivo. E ora si studiano i prossimi, necessari passi.
Conte si sarebbe dato una settimana di tempo per blindare la nuova maggioranza, puntando a incamerare la fiducia di altri cinque senatori. La data segnata sul calendario è quella di mercoledì 27 gennaio, quando il Senato tornerà a esprimersi sul governo. Sarà infatti il giorno del voto sulla relazione di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia. Con tutti i rischi che la maggioranza possa nuovamente sfaldarsi.
Mattarella avrebbe ottenuto da Conte assicurazioni sul fatto che il governo si muoverà con la massima fretta possibile, oltre che la promessa di allargare la maggioranza per farla ripartire dignitosamente. Sono cinque, forse sei i nomi che ballano. Si parte da 2 o 3 esponenti di Italia Viva che potrebbero fare ritorno tra i ranghi del Pd, ma anche di ulteriori “costruttori” provenienti da Forza Italia. Sarebbero in 3 a essere tentati di dire sì alla fiducia al Premier.
La situazione estremamente fluida all’interno delle forze più moderate del centro-destra è stata peraltro già inquadrata da Renata Polverini. La prima “dissidente” forzista è tornata sulla sua decisione definendola “dolorosa ma necessaria“. “Io, come ho già detto, ho risposto a un richiamo molto forte e deciso del capo dello Stato. Stupore per il voto della senatrice Rossi? L’unica che non ha avuto meraviglia sono stata io. Mi auguro che altre persone con senso di responsabilità vogliano sostenere non il Governo, ma il Paese“, aveva dichiarato nelle scorse ore la parlamentare.
Chi torna ad attaccare è invece proprio Italia Viva. “Senza maggioranza assoluta – si legge infatti nella enews di Matteo Renzi – sarà difficile l’attività parlamentare quotidiana. Il governo Conte, perdendo Teresa, Elena e Ivan, ha perso anche la maggioranza assoluta al Senato. Chi conosce la politica sa cosa questo significa nell’attività parlamentare e nella credibilità istituzionale. Dopo il Conte 1, dopo il Conte Bis ora siamo al Conte dimezzato“.
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