Iniziano a farsi vedere le prime conseguenze della chiusura (temporanea, secondo la Russia) del gasdotto Nord Stream 1. Anche in Italia. Il Governo Draghi, infatti, starebbe mettendo a punto un piano di emergenza all’insegna dell’austerità. Termine divenuto noto a tutti negli anni dell’esecutivo Monti, ma che questa volta punta non al risparmio economico bensì a quello energetico.
Di tale piano arrivano alcuni diversi dettagli di cui parlano i quotidiani italiani lunedì mattina. Ciò su cui sembrano essere tutti d’accordo è comunque un unico aspetto: in vista dell’inverno, il gas in Italia potrebbe essere davvero poco. Meglio quindi essere preparati, e sapere come comportarsi in tale evenienza. Motivo per cui dal Governo arriveranno indicazioni e obblighi per far fronte alla crisi energetica.
Partiamo da un presupposto, che ribadiamo e precisiamo a chiare lettere. Queste misure non hanno una data di introduzione, né ora e nemmeno in un giorno preciso dell’autunno e dell’inverno prossimo. Si tratta infatti di misure che il Governo sta valutando di adottare solo ed esclusivamente nel caso in cui effettivamente si verificassero emergenze reali di approvvigionamento di energia nel nostro Paese. C’è però anche una campagna di sensibilizzazione per il risparmio energetico, di cui parleremo successivamente. Ma che potrebbe portare a risparmiare il 20% del gas che arriva dalla Russia.
Ciò che l’Italia potrebbe vivere a partire dal prossimo autunno sono quindi alcune misure da introdurre in caso di evenienza, alcune in strutture pubbliche e altre anche privatamente. Secondo quanto anticipa ‘Il Messaggero’, il Governo sta infatti valutando la riduzione dell’illuminazione dei lampioni nelle città e nei musei, ma anche la chiusura degli uffici pubblici anticipata alle 17:30. Potrebbe anche esserci una sorta di “coprifuoco energetico” per negozi (con chiusura alle 19) e locali privati (con chiusura alle 23).
Inoltre il Governo, in base a quanto afferma ‘Repubblica’, potrebbe valutare la temporanea interruzione delle forniture per le industrie che consumano più energia, e quindi acciaierie, cementifici o strutture in cui si producono vetro e ceramica. Possibile anche un momentaneo rilancio dell’energia derivata dal carbone. E i comuni cittadini? Se da un lato gli uffici pubblici potrebbero avere il riscaldamento ridotto a 19 gradi nel corso dell’inverno, per ora la stessa temperatura è solo suggerita nelle case private. Il limite all’aria condizionata in estate potrebbe invece arrivare a 27 gradi, mentre potrebbero scattare riduzioni sull’illuminazione degli spazi esterni o condominiali degli appartamenti. Per ora la prospettiva di un reale coprifuoco sull’illuminazione appare invece ancora lontana (seppur esistente).
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