La riforma della Giustizia proposta dalla Guardasigilli, Marta Cartabia, va modificata. È questa la presa di posizione dei deputati del Movimento 5 Stelle ma anche di parte della magistratura italiana.
A destare particolare preoccupazione è la modifica della prescrizione. La nuova norma prevede lo scatto della tagliola dell’improcedibilità se il processo di Appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro due e un anno.
Gratteri in Commissione Giustizia
Si stima che così “il 50% dei processi” possa finire sotto la scure dell’improcedibilità. “E temo che i sette maxiprocessi” contro la ’ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro “saranno dichiarati tutti improcedibili in Appello”.
A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della sua audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Si tratta di “un grande allarme sociale che riguarda la sicurezza”, ha detto Gratteri.
Il problema però non riguarda soltanto i processi di mafia, ma anche i reati contro la Pubblica amministrazione, ha spiegato il procuratore. “In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”.
Dubbi sul nuovo ruolo del pm
Un allarme condiviso anche da altre Procure italiane, in particolare per le novità che ruotano attorno alla figura del pubblico ministero. I cui uffici, “nell’ambito dei criteri generali indicati con legge del Parlamento”, dovranno individuare “criteri di priorità trasparenti e predeterminati”, si legge nel testo della riforma della Giustizia.
Criteri che poi andranno indicati “nei progetti organizzativi delle Procure della Repubblica, al fine di selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre”. Infine, bisognerà tenere “conto anche del numero degli affari da trattare e dell’utilizzo efficiente delle risorse disponibili”.
Riforma Giustizia, la reazione del M5S
Le parole di Gratteri in Commissione Giustizia hanno generato delle prevedibili reazioni politiche. In particolare all’interno del Movimento 5 Stelle, già critico sulla riforma della prescrizione, al centro del colloquio di ieri fra il premier Mario Draghi e il leader in pectore dei pentastellati, Giuseppe Conte.
“L’audizione di oggi in Commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata”. Lo dichiarano in una nota le deputate e i deputati del M5S in Commissione Giustizia.
“Così diminuisce la sicurezza in Italia”
“Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete”. E cioè: “Convenienza a delinquere e diminuzione del livello di sicurezza per la nazione”.
“Il procuratore capo di Catanzaro ha parlato anche di un abbassamento della qualità del lavoro dei magistrati causato dalla fissazione di una ‘tagliola’ con termini troppo rapidi – continuano –. Gratteri ha correttamente preannunciato un aumento smisurato di Appelli e ricorsi in Cassazione”.
Già presentati 916 emendamenti
Infatti, “con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare Appello e poi ricorso in Cassazione non foss’altro per dare più lavoro e ingolfare maggiormente la macchina della Giustizia. Si tratta di considerazioni che devono indurre tutti a rivedere e modificare nel profondo la riforma, soprattutto con riguardo a prescrizione e improcedibilità – concludono –. Ne va del futuro del Paese”.
Nel frattempo, i gruppi parlamentari in Commissione Giustizia alla Camera hanno già presentato 916 emendamenti ai 24 del Governo sul processo penale. Questi subemendamenti non includono però quelli sulla prescrizione, in quanto il termine per i subemendamenti scade alle 18 di oggi.