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POLITICA

Giorno della memoria, dal Viminale lo stop ai cortei pro Palestina: “A rischio l’ordine pubblico”

In vista del 27 gennaio, Giorno della memoria, dal Viminale arriva lo stop ai cortei pro Palestina. Con una circolare del dipartimento della Pubblica sicurezza, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi invita i questori a “valutare il rinvio” delle iniziative previste per sabato prossimo, in particolare a Roma e a Milano, “così garantendo la libertà di manifestazione” ma anche “il valore attribuito” alla giornata dedicata al ricordo delle vittime dell’Olocausto.

Il rischio, spiega, è che vengano lesi “alcuni valori sanciti dalla legge, come la commemorazione della Shoah”. Non solo. In pericolo è anche la “tenuta dell’ordine pubblico e sociale” in considerazione delle “tensioni” che potrebbero verificarsi “in relazione all’attuale contesto conflittuale internazionale”, scrive alludendo alla guerra a Gaza.

Dovranno comunque essere predisposte “idonee misure di prevenzione e sicurezza, in considerazione della perdurante minaccia terroristica”, si legge nella circolare. “Una scrupolosa attenzione” andrà rivolta “soprattutto ai luoghi che ospiteranno le iniziative indette per la ricorrenza, che andranno sottoposti a preventive ispezioni e bonifiche”.

Comunità ebraica: “Riconosciute le nostre ragioni”

Soddisfatta la Comunità ebraica di Roma che aveva chiesto di vietare il corteo nella Capitale organizzato dagli studenti palestinesi, finiti al centro della polemica per le frasi prese in prestito da Primo Levi per promuovere l’iniziativa. “Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata una decisione giusta e di buon senso“, ha detto il presidente Victor Fadlun, ringraziando il capo del Viminale “per avere evitato questo oltraggio alla Memoria, che sarebbe stata una sconfitta per tutti”.

Preoccupazioni simili erano state espresse dalla Comunità ebraica di Milano. “Le istituzioni assumano l’unica decisione possibile: dire No alla marcia antisemita nel Giorno della memoria”, ha incalzato il presidente Walker Meghnagi, evocando “precedenti iniziative analoghe” che “hanno visto manifestanti urlare slogan per la morte degli ebrei, bandiere israeliane bruciate e aggressioni agli agenti”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – Foto Alanews – Newsby.it

La contestazione degli studenti

Le posizioni restammo lontane. Emblematica la contestazione a Fadlun andata in scena ieri all’università Roma Tre durante un convegno sulla Giornata della memoria. “Perché il corteo del 27 gennaio dovrebbe essere un problema? Quanto sta avvenendo a Gaza non è quanto avvenuto nel ghetto di Varsavia? Non possiamo fare a meno di chiedere per quale motivo non possiamo anche prendere le parti dei palestinesi che stanno vivendo un genocidio: sono stati sterminati 20mila civili e questa non può essere considerata una difesa”, hanno detto alcuni studenti stigmatizzando le parole del presidente della Comunità ebraica di Roma.

Il mondo capovolto è pensare di poter autorizzare un corteo antisemita che usa e abusa le parole di Primo Levi come arma contro di noi”, aveva detto fra le altre cose il presidente dal palco dell’ateneo. “Il tragico risveglio del 7 ottobre dimostra quanto sia facile capovolgere il mondo, essere negazionisti. Noi ebrei non abbiamo paura, non più dai tempi dei rastrellamenti, non ci nasconderemo più e non staremo in silenzio”.

Comunità palestinese: “In piazza per il cessate il fuoco”

Non si è fatta attendere neanche la risposta della Comunità Palestinese di Roma.Il 27 gennaio serve per non dimenticare tutte le tragedie. E oggi è il popolo palestinese a subire un orrendo sterminio da parte degli occupanti sionisti israeliani”, ha detto il presidente Yousef Salman. “Non mi risulta che in Italia ci sia una legge che impedisca di organizzare manifestazioni nel Giorno della Memoria. La lotta dei palestinesi non è contro gli ebrei, vogliamo scendere in piazza per chiedere un cessate il fuoco”.

C’è chi tira dritto e promette che sabato sarà comunque in piazza. È il caso del Collettivo della Sapienza di Roma, che ribatte alle parole della Comunità ebraica. “Evidentemente la democrazia per i sionisti è censura e repressione”, scrivono su Instagram. ”Le affermazioni di Fadun sono la raffigurazione plastica della propaganda sionista, smentita dalla storia e dagli orrori che Israele compie quotidianamente. L’accusa, goffa e ipocrita, di antisemitismo a chiunque si opponga al genocidio e allo stato di apartheid che Israele pratica verso il popolo palestinese è una vergogna per chi la muove’‘.

Nel mirino anche l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che “riprende e fomenta” la posizione della Comunità ebraica. In solidarietà con “la legittima e dovuta resistenza del popolo palestinese” gli studenti dell’ateneo romano rilanciano l’appuntamento del 27 gennaio in Piazza Vittorio a Roma promosso dal Movimento degli studenti palestinesi.

Federica Giovannetti

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