Barnier si recherà oggi all’Eliseo per presentare le dimissioni al presidente Emmanuel Macron. Quest’ultimo, nel tentativo di evitare una paralisi politica e istituzionale, ha annunciato che nominerà un nuovo primo ministro entro 24 ore e che parlerà alla Nazione in diretta televisiva questa sera alle 20
Il governo del primo ministro Michel Barnier è ufficialmente caduto, a causa di una mozione di sfiducia votata mercoledì sera da 331 deputati. Un’alleanza tra la gauche, rappresentata dal Nuovo Fronte Popolare, e l’estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen ha decretato la fine del governo, durato appena tre mesi, rendendo Barnier il premier con il mandato più breve nella storia della Repubblica francese.
Barnier si recherà oggi all’Eliseo per presentare le dimissioni al presidente Emmanuel Macron. Quest’ultimo, nel tentativo di evitare una paralisi politica e istituzionale, ha annunciato che nominerà un nuovo primo ministro entro 24 ore e che parlerà alla Nazione in diretta televisiva questa sera alle 20. Durante la crisi il presidente Emmanuel Macron aveva accusato Marine Le Pen di “insostenibile cinismo” per la sua alleanza con la sinistra al fine di rovesciare il governo Barnier.
Michel Barnier è apparso visibilmente commosso durante il suo ultimo intervento in Parlamento: “La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo“, ha affermato.
Il voto di sfiducia ha innescato reazioni contrastanti tra le forze politiche. Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha commentato così la caduta del governo Barnier: “Non la considero una vittoria. La scelta che abbiamo fatto è quella di proteggere i francesi“. Durante un’intervista al canale televisivo TF1, Le Pen ha aggiunto: “Non c’era altra soluzione“. Interrogata sulle dimissioni di Macron, ha dichiarato: “Sarà solo lui a prendere questa decisione“. Ha inoltre promesso che il suo partito “co-costruirà, non solo con il Rassemblement National ma con tutte le forze dell’Assemblea, un bilancio che sia accettabile per tutti”.
Mathilde Panot, capogruppo de La France Insoumise, ha esultato per il risultato della mozione: “Oggi è una giornata storica. Oggi abbiamo difeso la democrazia“. Ha poi aggiunto: “Il caos non siamo noi, è stato Emmanuel Macron negli ultimi sette anni“, prima di chiedere apertamente le sue dimissioni: “Gli chiediamo di andarsene. L’unica soluzione è un’elezione presidenziale anticipata“.
Olivier Faure, leader del Partito Socialista e membro della coalizione Nfp, ha dichiarato: “Non credo che le dimissioni di Macron siano una buona soluzione“. Antoine Armand, ministro delle Finanze uscente, ha accusato la sinistra e l’estrema destra di “essersi uniti per destabilizzare il Paese“.
Il presidente Macron sta valutando una lista ristretta di candidati che potrebbero sostituire Barnier. In pole position ci sono il 38enne ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, e il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, la cui linea dura sull’immigrazione piace all’estrema destra ma divide la maggioranza. Entrambi sono già stati valutati e approvati dall’Alta Autorità per la Trasparenza della Vita Pubblica, consentendo una nomina rapida.
Tra gli altri nomi citati, figura François Bayrou, storico alleato di Macron, l’ex socialista Bernard Cazeneuve, il repubblicano François Baroin, e il governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau.
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