Sono passati ormai due mesi dall’assalto alla CIGL propiziata dai dirigenti di Forza Nuova. Lo scorso 9 ottobre, infatti, la manifestazione ‘No Green pass’ organizzata a Roma è degenerata in disordini e scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine, durante i quali una parte del corteo fece irruzione nella sede del sindacato, devastando il primo piano dello stabile. Pochissimi giorni dopo la manifestazione, diversi politici avevano manifestato la volontà di presentare in Parlamento una mozione per impegnare il governo allo scioglimento di Forza nuova. Ma come sta procedendo questa proposta?
Già il 12 ottobre il presidente del consiglio, Mario Draghi, dichiarò che “la questione è all’attenzione nostra. Ma anche a quella dei magistrati. Che stanno continuando le indagini e formalizzando le loro conclusioni”. Secondo alcune fonti stampa, queste dichiarazioni potevano lasciare intendere l’intenzione del governo di attendere un’eventuale sentenza del giudice per potere attuare lo scioglimento di Forza nuova con un decreto del Ministero dell’Interno. Come già successo per gli altri tre precedenti storici, stante la legge Scelba. Il capo del governo si presentò poi direttamente nella sede della CIGL per esprimere la propria solidarietà a Landini.
Fatto sta che il 20 e 21 ottobre il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati hanno votato e approvato delle mozioni, presentate da diversi gruppi parlamentari, sullo scioglimento di Forza nuova. Palazzo Madama ha approvato una mozione del centrodestra e un ordine del giorno (che raggruppava tutte le mozioni del centrosinistra) nei quali si impegnava il governo a valutare le modalità con cui sciogliere il movimento neofascista. Gli schieramenti hanno votato solo a favore dei loro dispositivi. Non partecipando alle altre votazioni.
Anche alla Camera sono state approvate le mozioni di centrodestra e centrosinistra. Rispettivamente simile e pressoché identica a quelle presentate dagli schieramenti il giorno precedente. E votate con un sistema di astensioni ‘incrociate’. La terza mozione, presentata dal gruppo parlamentare ‘L’alternativa c’è’, su cui il governo aveva espresso parere negativo, è stata respinta nella sezione riguardante le manifestazioni di piazza. Invece il secondo impegno, relativo allo scioglimento di Forza nuova previa sentenza del giudice, è stato l’unico dispositivo votato favorevolmente da tutta l’Aula.
L’intervento del governo, dopo le mozioni votate da Camera e Senato, è ancora senza risultato. Così Europa Verde ha presentato un dossier di 50 pagine. Foto, documenti, dichiarazioni e post pubblicati sui social per dimostrare “l’ideologia fascista” che anima Forza Nuova, Casapound e Azione Frontale e chiederne lo scioglimento. Tutto documentato e raccolto in un esposto che il co-portavoce, Angelo Bonelli, ha consegnato personalmente alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e che arriverà anche al presidente del Consiglio per sollecitarne l’immediata azione politica.
Quello con Lamorgese è stato un incontro “sobrio e cordiale. La ministra ci ha assicurato che l’attenzione del governo sulla questione resta alta, che non è stata assolutamente messa all’angolo. L’esecutivo sta facendo delle valutazioni e che il provvedimento di scioglimento è competenza della magistratura. E che avviene con sentenza, tranne che per casi eccezionali”, ha riferito Bonelli. A cui la titolare del Viminale ha espresso solidarietà di persona per le minacce ricevute in questo ultimo periodo. I primi di novembre, infatti, Bonelli aveva trovato la scritta “infame” sulla porta della sua abitazione.
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