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Attilio Fontana discute del prossimo Dpcm pronto ad essere varato da Giuseppe Conte e dal governo. Il presidente della Lombardia non si vuole sbilanciare sulle nuove restrizioni per fronteggiare il Coronavirus, ma di fatto appare fiducioso. E anche soddisfatto per il ruolo e l’ascolto che ritiene ci sia stato nei confronti della sua Regione.
“Dovremmo vederlo, il Dpcm. Per ora non abbiamo visto niente, l’unica certezza che ci è stata data è relativa all’obbligo delle mascherine all’aperto – ha affermato Fontana –. Noi siamo sempre stati favorevoli all’uso delle mascherine, anche se devo dire che in Lombardia è un problema che si sente un po’ meno. Perché, pur non essendoci l’obbligo, i cittadini nella stragrande maggioranza utilizzano le mascherine anche dove non sarebbe obbligatorio. Valutiamo dopo aver letto. Prima voglio capire cosa c’è scritto e come intendono questa limitazione“.
Il governatore spiega che non ci saranno ulteriori provvedimenti a livello locale: “In ogni caso non servirebbe una nuova ordinanza della Regione Lombardia, perché il Dpcm avrebbe valore su tutto il territorio dello Stato. Anche perché il potere che hanno le Regioni è solo quello di aumentare le restrizioni, e non di allentarle“. Quindi Fontana torna sul rapporto tra realtà locali e governo centrale: “Coordinamento c’è sempre stato, abbiamo sempre dialogato. Anzi, direi che siamo stati abbastanza fondamentali nella scrittura di tutte le linee guida. Tutte le Regioni si sono fatte parte attiva“.
Quindi una battuta sulle polemiche degli scorsi mesi nei confronti della Lombardia e sui provvedimenti presi a Milano e non solo. Così Fontana: “Ospedale in Fiera? È efficiente a tutti gli effetti, se c’è una necessità e il governo ce lo chiede lo potremmo utilizzare“.
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Il governatore lombardo parla però anche da esponente della Lega, all’indomani dall’esito dei ballottaggi ampiamente negativo per il Carroccio. “Intanto bisogna fare i complimenti a tutti coloro che sono stati eletti“, afferma Fontana. Che garantisce: “Come sempre abbiamo fatto, siamo pronti a collaborare a prescindere dall’appartenenza. Continueremo a farlo, come già avvenuto in passato“.
A suo giudizio, la chiave dell’insuccesso della Lega è di facile lettura. “Il vero grosso problema è quello legato all’affluenza: è stata sicuramente bassa e questo ha penalizzato le scelte del centrodestra“, afferma Fontana.
Quindi una riflessione sul Mes: “Per le Regioni ho già detto che la questione è ininfluente. Noi non riceveremmo un euro in più, ma gli stessi soldi che riceviamo oggi. Con la differenza che una parte di questi sarebbero provenienti dallo Stato centrale e da Roma, una parte del Mes. Quindi è una scelta che deve fare il governo. Sarà lui a valutare se il vantaggio di non pagare una quota di interessi c’è o meno. Per noi è assolutamente ininfluente, perché i fondi che otteniamo sono gli stessi in ogni caso“.
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