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“Il Dpcm voglio vederlo, prima di dare valutazioni precise. In Lombardia il problema delle mascherine non è di primissima rilevanza, perché le persone già la utilizzano anche senza l’obbligatorietà“. Così il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, sul possibile obbligo di indossare la mascherina, che il Governo potrebbe imporre per decreto.
Mascherine e non solo: il Dpcm secondo Fontana
Tema che preoccupa di più il governatore riguarda i possibili blocchi delle attività commerciali. “Riguardo alla riduzione degli orari di bar e ristoranti bisognerà stare attenti, perché dobbiamo comunque tutelare l’economia. I nostri imprenditori e commercianti hanno dimostrato una forza di resistenza e reazione fuori dal comune. E la cosa più bella è la loro volontà di continuare a combattere e andare avanti, superando i problemi. Chiaro che se si bloccassero di nuovo le attività, non so se lo stesso entusiasmo possa rimanere“, è il timore di Fontana.
“In questo periodo di problemi per la gestione delle reciproche competenze ce ne sono stati tanti“, aggiunge Fontana rispondendo alle perplessità sulle mascherine di Giovanni Toti, governatore ligure. “Per questo credo sia opportuno andare verso una più forte forma di autonomia, in modo che si chiarisca chi fa che cosa. Perché le competenze concorrenti sono quella maledetta questione posta di fronte alla Corte Costituzionale decine di volte“.
Il tema vaccini e la polemica con il Comune di Milano
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Altro tema caldissimo è quello dei vaccini, questione su cui Fontana vuole parlare chiaro. Senza rinunciare a qualche frecciata: “Le dosi di vaccino acquistate dalla regione Lombardia saranno sufficienti per coprire tutte le categorie previste dalla legge. Forse c’è qualcuno che vuole cominciare a fare la campagna elettorale, ma la legge è abbastanza chiara. Noi daremo una risposta positiva a tutte le categorie che secondo lo Stato presentano la necessità di ricevere il vaccino. A loro lo daremo a tutti. Poi se il Comune di Milano vuole fare polemica, noi fingiamo di non sentirlo nemmeno“.
Queste le parole del governatore sul caso vaccini mancanti in Lombardia che, a quanto si apprende, non andranno a medici e infermieri del settore privato perché “non di competenza della Regione“. “Di vaccini ce ne sono a sufficienza per tutto quello che è necessario. Ne daremo a tutte le persone che la legge ci impone di coprire“, conclude Fontana.