Dopo la bufera che ha travolto Chiara Ferragni per il caso del Pandoro griffato, con tanto di multa milionaria dell’Antitrust, Fratelli d’Italia torna all’attacco dell’influencer e chiede al Comune di Milano di riprendersi l’Ambrogino d’oro conferito a lei e al marito Fedez nel 2020 per la raccolta fondi promossa, nel pieno della pandemia, a favore dell’ospedale San Raffaele di Milano. È un altro capitolo della saga che vede contrapposti da tempo i Ferragnez e il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Solo pochi giorni fa, dal palco di Atreju, la festa di FdI, la premier se l’era presa con gli influencer che promuovono “carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari”.
Il primo a chiedere la revoca dell’onorificenza è stato il capogruppo di FdI al Consiglio comunale di Milano Riccardo Truppo. Una possibilità prevista dal regolamento che disciplina l’Ambrogino. “Incorre nella perdita della civica benemerenza l’insignito che se ne renda indegno”, recita l’articolo 9. Per il consigliere la regola è chiara e calza a pennello col caso dell’imprenditrice digitale. “Quello che ha fatto è un insulto all’associazionismo milanese e nazionale, di cui tutti noi andiamo fieri”. Tanto più che “nel tentativo di auto-assolversi, si è definitivamente auto-accusata, quindi non dobbiamo neanche fare ulteriori approfondimenti”, ha detto alludendo al video condiviso su Instagram in cui la 36enne, con la voce rotta dal pianto, chiede “scusa” per “l’errore di comunicazione”.
E le “notizie sulle uova non fanno altro che aggravare e confermare un quadro già sufficientemente triste e desolante“, aggiunge il consigliere alludendo al nuovo caso che sta montando su un’altra campagna di raccolta fondi, stavolta con protagonista il dolce pasquale, che sembrerebbe ripetere lo stesso schema.
La proposta di conferire l’Ambrogino d’oro alla coppia Fedez- Ferragni è arrivata nel 2020 dal capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico. “Quello che sta emergendo è moralmente grave, non siamo noi a dover giudicare, ma la magistratura” e comunque “non deve inficiare con le motivazioni che portarono all’Ambrogino”, dice ora il capogruppo azzurro.
“Quando proposi l’assegnazione della massima onorificenza a Chiara Ferragni e Federico Lucia, la coppia diede il via e sostenne una raccolta fondi che permise di ampliare la terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele, di realizzare una sala operatoria e una sala diagnostica all’avanguardia. Quel gesto fu davvero molto utile per salvare centinaia di vite umane”, ricorda De Chirico. Revocarlo sarebbe un inedito. A ogni modo, regolamento alla mano, la decisione aspetta al sindaco Beppe Sala.
Intanto Fratelli d’Italia ha già “pronta” la mozione. “Chiederemo che questo tema sia il primo tema da trattare una volta” approvato il Bilancio, spiega Truppo, dicendosi “fiducioso che altri consiglieri, anche di centrosinistra, si uniranno a noi” controfirmando la richiesta di revoca.
Dal Partito democratico però fanno sapere che l’idea non piace affatto. “Fratelli d’Italia fa questa cosa strumentalmente, perché Giorgia Meloni ha attaccato Chiara Ferragni”, dice il consigliere Pd Daniele Nahum. “Io non ho mai avuto il mito di Ferragni e Fedez e sicuramente quello che sta emergendo è poco edificante, però sono garantista e dico che bisogna aspettare quello che dirà la magistratura sulla questione. Se poi la magistratura dovesse decidere di condannare, allora a quel punto si può aprire una discussione“.
Non solo la politica. A chiedere la revoca del riconoscimento è anche il Codacons, che va oltre e invoca “indagini a tappeto di Antitrust e Guardia di finanza su tutto il settore degli influencer, un mondo opaco e poco trasparente ”. Nei giorni scorsi l’associazione dei consumatori, insieme a Assourt, ha presentato un esposto che ipotizza il reato di truffa, spianando la strada all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso del pandoro Balocco.
Come si legge sul sito del Comune, l’Ambrogino d’Oro è una “benemerenza civica” conferita il 7 dicembre in occasione di Sant’Ambrogio, patrono di Milano, con cui “la città esprime la sua gratitudine a chi dedica la propria vita al bene comune. Milano premia gli uomini e le donne, le associazioni e le organizzazioni che hanno saputo dare un contributo speciale alla città”. Solo le parole del sindaco di Milano che nel 1925 ha deciso di istituire il riconoscimento, il medico ginecologo Luigi Mangiagalli. L’Ambrogino – consegnato ogni anno al teatro Del Verme – richiama la moneta che si era diffusa nel territorio lombardo alla fine del XIII secolo.
Secondo le motivazione formulate dallo stesso Comune di Milano, la città ha conferito l’onorificenza alla celebre coppia perché “durante la prima fase dell’emergenza sanitaria hanno messo la notorietà al servizio della lotta al Covid-19 per provare a lenire le ferite della loro città” lanciando “una raccolta fondi per l’ampliamento in tempi record del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele”. La campagna promossa su GoFundMe ha raggiunto in pochi giorni la cifra record di quasi 4,5 milioni di euro grazie a 206mila donatori, in media di circa 22 euro a testa.
La multa decisa pochi giorni fa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pratica commerciale scorretta è l’epilogo dell’istruttoria avviata dall’Antitrust sui pandori Balocco a edizione limitata griffati Ferragni venduti a 9 euro, quasi tre volte il prezzo normale. L’Agcm ha contestato alle società che gestiscono i marchi e i diritti relativi di Chiara Ferragni – Fenice e Tbs Crew – e all’azienda dolciaria di aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione al Regina Margherita di Torino per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing.
Ferragni ha incassato oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale torinese. In realtà Balocco aveva già fatto una donazione di 50mila euro nel maggio 2022, prima dell’inizio della campagna promozionale, senza devolvere il ricavato della vendita del pandoro. Risultato: oltre 1 milione di euro la sanzione imposta alle due società, 420mila euro per l’azienda dolciaria.
Dopo il pandoro, le uova di Pasqua. Sembra che la campagna di beneficenza messa in piedi per il dolce al cioccolato Dolci Preziosi tra 2021 e 2022 abbia seguito più o meno lo stesso schema. L’operazione avrebbe fruttato molto più di quanto poi in effetti devoluto, peraltro non da lei, per la causa pubblicizzata. A rivelare il nuovo pasticcio è stata ieri Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. Secondo la giornalista, il caso del pandoro sarebbe “tutt’altro che un errore di comunicazione”, come ha sostenuto Ferragni.
Stavolta beneficiaria della presunta raccolta fondi era l’associazione I Bambini delle Fate, che si occupa di progetti di inclusione per minori con autismo. L’influencer, come ha confermato al quotidiano il proprietario dell’azienda dolciaria Franco Cannillo – avrebbe ricevuto un cachet di 1,2 milioni (500mila euro nel 2021 e 700mila circa nel 2022) per aver ceduto la propria immagine. La donazione all’associazione, fatta solo da Dolci Preziosi, sarebbe stata invece di appena 36mila euro in due anni.
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