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Non ci sta il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a far passare lo scontro di ordinanze con il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca come una questione personale, ma resta l’amarezza per la diversità di vedute a livello istituzionale. “Non siamo allo scontro De Luca-De Magistris – ha dichiarato il sindaco al termine della presentazione della stagione 2020/2021 del Teatro San Carlo di Napoli –: quello della Fase 2 è un momento delicato, i sindaci hanno chiesto ed ottenuto dal presidente del Consiglio la centralità dopo aver consegnato al governo una delega in bianco sui poteri in materia sanitaria”.
L’appello di De Magistris al governo
Quello del sindaco di Napoli è un vero e proprio appello al governo, perché intervenga direttamente nel dirimere la questione. “Il presidente del Consiglio ci ha assicurato che come sindaci possiamo emettere ordinanze per regolamentare l’attività cittadina – ha detto De Magistris -: a questo punto ci vuole un chiarimento proprio dal governo, se no non ne usciamo. Se ogni decisione viene giustificata con il fattore sanitario allora i sindaci vengono implicitamente esautorati”.
“Io sono preoccupato per la salute dei napoletani e per l’epidemia sociale ed economica che, al momento, a Napoli ha fatto più vittime del coronavirus – ha chiosato il primo cittadino di Napoli – Non è pensabile che i sindaci continuino ad essere caricati di responsabilità mentre vengono trattati come amministratori di condominio senza alcun potere decisionale. Eravamo e siamo disponibili al confronto, ma a questo punto spero in un intervento del presidente del Consiglio: qui è a rischio la tenuta democratica e sociale del paese”.
“Così si mette a rischio la salute dei cittadini”
De Magistris non è certo tenero con la posizione tenuta dall’amministrazione regionale della Campania: “L’aspetto sanitario si tutela meglio aprendo più luoghi, non restringendo le aperture – ha detto –: abbiamo avuto su questo fronte il confronto di medici e virologi. Il presidente della Regione ci ha comunicato di aver impugnato al Tar la nostra ordinanza: se dovesse essere definitivamente annullata mi dispiacerebbe molto. Con questo atteggiamento si mette a rischio la salute dei miei concittadini, come ho detto al presidente del Consiglio, al ministro degli Affari Regionali e a quello dell’Interno, ma soprattutto si colpevolizzano i giovani, i commercianti, gli operatori economici”.