Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Francesco Boccia mette in chiaro per questa Fase 2 la questione del passaporto sanitario, negandolo in quanto non contemplato dalla Costituzione. In audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, Boccia ha detto: “Invito a rileggere l’articolo 120 della Costituzione, non per i poteri sostitutivi, ma la disciplina chiara che ricorda che la Regione non può istituire e adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e le cose, nel limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale”.
Oltre al fatto che per “Costituzione non si può limitare la libera circolazione delle persone”, spiega Boccia, “c’è il fatto che gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari. E dunque non ci sono”. Il ministro sottolinea che “se tutte le regioni ripartono, ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione”. Non è infatti previsto distinguere “tra cittadini di una città rispetto all’altra. Se siamo sani ci muoviamo. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vorrebbe un accordo tra le parti”. “Nei prossimi giorni con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche quello del buonsenso”, sottolinea Boccia per questa Fase 2. “Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista: se siamo sani ci muoviamo”.
Nelle scorse ore, proprio sul passaporto sanitario, c’era stato un fitto botta e risposta via social tra il presidente della Regione autonoma della Sardegna, Christian Solinas, e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dopo le parole pronunciate dal primo cittadino del capoluogo lombardo in un messaggio. Nodo della questione la possibilità di recarsi o meno in altre regioni. Sala aveva dichiarato in tal senso: “Quando deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò”, riferendosi ai presidenti di Regioni che chiedevano una sorta di patente di immunità per l’ingresso di cittadini di altre regioni. “Sala in materia di Coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia”, aveva risposto duramente Solinas. “Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività”.
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